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Depressione: sintomi, segnali e suggerimenti su come gestirla

Capire se si è depressi: sintomi, segnali e come gestire la depressione

Mi chiamo Federica Santucci, sono una Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale CTA EATA e Terapeuta EMDR. Ricevo a Forte dei Marmi, dove da anni affianco persone che sentono di aver perso la gioia quotidiana e che desiderano capire se il malessere che provano è riconducibile a una forma di depressione. La depressione è un disturbo dell’umore che, se non riconosciuto e affrontato per tempo, può incidere notevolmente sulla salute fisica, psichica e relazionale di chi ne soffre. In questo articolo vorrei rispondere, in maniera discorsiva ma professionale, a domande comuni come: “Come posso capire se sono depresso?”, “Che segnali devo notare?” e “È possibile guarire dalla depressione?”.

Ho scelto di scrivere con un tono rassicurante, perché la depressione è curabile e con il giusto supporto psicologico si può tornare a percepire un senso di vitalità. È fondamentale, però, individuare i sintomi e i segnali che caratterizzano questa condizione, riconoscere le cause principali e comprendere come un accompagnamento professionale possa fare la differenza. Quando parlo di depressione non intendo una semplice tristezza: è un quadro complesso, con aspetti emotivi, cognitivi e fisici che spesso si intersecano e che richiedono un intervento mirato.

 

Come posso capire se sono depresso?

Molte persone mi contattano per chiedermi: “Dott.ssa, potrebbe essere che io sia depresso/a, e non me ne renda conto appieno?”. Di solito, spiego che la depressione non si riduce soltanto a stare un po’ giù di morale. Nel mio lavoro, valuto innanzitutto se nel soggetto ci sono: perdita di interesse o di piacere verso attività che prima risultavano gradite, un calo motivazionale evidente, pensieri negativi insistenti (spesso rivolti a se stessi), sensi di colpa o di inadeguatezza, bassa energia o faticabilità estrema, e un rallentamento – oppure, in certi casi, un’agitazione – nel modo di agire o di pensare. Più questi elementi sono intensi e persistenti, maggiore è la probabilità che ci troviamo di fronte a un quadro depressivo.

C’è anche chi vive la depressione senza esibirne i sintomi più classici. Lo chiamo “depressione mascherata”: quando altri disturbi (somatizzazioni, dolori cronici, disturbi del sonno, irritabilità) nascondono un umore sottostante deflesso. Se sospettate di essere depressi perché da settimane (o mesi) vi sentite apatici, scoraggiati, senza prospettive, può valer la pena effettuare un primo colloquio per esplorare ciò che sta accadendo e distinguere se si tratta di un malessere passeggero o di un vero e proprio disturbo dell’umore. A volte, infatti, si intrecciano con la depressione anche altri fattori, come difficoltà relazionali, lutti non elaborati o forti stress lavorativi.

 

Quali sono i sintomi della depressione?

Il quadro sintomatologico della depressione può essere variabile, ma in generale riconosco alcuni elementi chiave, come un umore particolarmente basso e costante, il senso di vuoto e disperazione, l’incapacità di provare piacere (anedonia), la difficoltà di concentrazione, la sensazione di non valere nulla. Fisicamente, molti pazienti descrivono cambiamenti nell’appetito (talvolta in eccesso, talvolta di scarso interesse per il cibo) e nel sonno (insonnia o ipersonnia). Alcuni sperimentano tensioni muscolari, mal di testa e una stanchezza cronica che appare sproporzionata alle attività svolte.

A livello emotivo, si percepisce un impoverimento delle sensazioni positive e, a volte, una forte irritabilità. Non mancano pensieri di morte o di autosvalutazione costante. Ci sono momenti in cui la persona si accusa di “non riuscire a reagire”. In queste circostanze, mi preme ricordare che la depressione non è una mancanza di volontà, ma una vera e propria condizione clinica che può avere cause biologiche, psicologiche e ambientali intrecciate fra loro. Può manifestarsi come conseguenza di periodi di vita difficili: una crisi di coppia, un trasferimento impegnativo, una perdita lavorativa o un lutto. In alcuni casi, però, la depressione insorge gradualmente, senza un evento scatenante preciso, e la persona si sente ancor più confusa.

 

Quali sono i segnali per riconoscere la depressione?

Un segnale tipico è la perdita di interesse verso attività che prima risultavano piacevoli: sport, passioni, momenti di svago. Il soggetto depresso può smettere di coltivarle, sentendo che “tanto non servono a nulla” o che “non ne trae più alcun godimento”. Altra spia è la percezione costante di stanchezza, unita a una fatica nel portare a termine anche i compiti più semplici. E ancora, un iper-criticismo interiore, un monologo negativo che sussurra frasi come “sei un fallito”, “non meriti nulla di buono”. Quando ci si alza la mattina già con un senso di pesantezza e addosso la voglia di rientrare a letto, evitando contatti sociali e attività di routine, è il momento di porsi domande. Non c’è niente di male nel chiedersi se questa condizione possa avere un nome e, soprattutto, una strategia di intervento. Altri segnali, più legati alla sfera relazionale, riguardano l’isolamento, il desiderio di chiudersi in se stessi e il fastidio anche verso gli affetti più cari. Talvolta si cova una rabbia nascosta che erompe all’improvviso, soprattutto se i propri cari insistono perché si “ritorni come prima”.

 

Si può guarire dalla depressione?

La risposta è sì, la depressione è un disturbo dell’umore che può essere trattato, e in molti casi risolto o comunque gestito, permettendo di vivere una vita soddisfacente. È però fondamentale intraprendere un percorso di consapevolezza e cura, che può includere la psicoterapia e, in alcuni casi, un aiuto farmacologico prescritto da uno psichiatra. Nel mio lavoro a Forte dei Marmi, collaboro con altri professionisti quando è necessario un approccio integrato (psicoterapico e medico) per affrontare i sintomi più rilevanti.

La guarigione non è istantanea, richiede costanza, ma il punto cruciale è che la depressione non è una condanna: da anni, la ricerca e la pratica clinica confermano la possibilità di un miglioramento significativo o della risoluzione completa nei disturbi depressivi. Percorsi di recupero dell’autostima e strategie per spezzare i circoli di pensiero negativo aiutano moltissimo a reindirizzare la mente verso una prospettiva di speranza. Inoltre, l’eventuale sostegno di un gruppo (amici, famiglia, gruppi di auto-aiuto) può offrire un grande contributo nel processo di risalita. Ciò che conta è non isolarsi, chiedere aiuto e affidarsi a figure competenti quando si riconosce un disagio persistente.

 

Quali sono le cause della depressione?

Le cause della depressione sono multifattoriali: una componente genetica può aumentare la vulnerabilità al disturbo, ma solitamente intervengono anche eventi di vita stressanti, traumi passati, dinamiche relazionali problematiche o difficoltà lavorative. Talvolta incontri un paziente che ha avuto un’infanzia complessa o con lutti non elaborati, e la depressione emerge come reazione emotiva successiva a uno o più eventi scatenanti. Altre volte, la depressione si manifesta dopo un grande cambiamento esistenziale, come la nascita di un figlio (in questo caso, si parla di depressione post-partum) o la perdita di un impiego. Ci sono anche momenti in cui, apparentemente, non si trova alcun fattore esterno di rilievo, e allora la predisposizione ereditaria diventa un aspetto più determinante.

A livello psicologico, rivesto un ruolo nodale quelle credenze disfunzionali su di sé (“non valgo”, “non merito di essere felice”), che possono instaurarsi nel corso dell’infanzia e cronicizzarsi nell’età adulta. È allora che la persona, di fronte a difficoltà, non trova risorse interne e scivola in una spirale depressiva. In questi casi, un lavoro terapeutico specifico può ristrutturare tali credenze negative, riattivando la capacità di reagire e di pianificare la propria esistenza su basi più positive. Se entrano in gioco anche esperienze dolorose, la Terapia EMDR può contribuire a sciogliere i blocchi emotivi che inchiodano la persona al passato.

 

Come il supporto psicologico è fondamentale per gestire la depressione?

Ho conosciuto molte persone che, prima di chiedere un aiuto professionale, cercavano soluzioni “fai da te”, sperando che la depressione passasse semplicemente con il tempo o rinchiudendosi nel proprio isolamento. Tuttavia, il rischio è che la condizione peggiori, trasformandosi in un malessere più grave e radicato. Il supporto psicologico, e ancor di più la psicoterapia, esercita un impatto positivo su diversi livelli. Da un lato, fornisce uno spazio protetto in cui esplorare senza giudizio le emozioni e i pensieri negativi. Dall’altro, aiuta a riconoscere e a sostituire quei meccanismi di auto-sabotaggio che alimentano il disturbo depressivo. Inoltre, un terapeuta può insegnare tecniche di rilassamento, di gestione dello stress, suggerire piccoli obiettivi per riattivare l’interesse nelle attività quotidiane e valutare se è necessaria una consulenza psichiatrica per un supporto farmacologico. Ogni “terapia del cambiamento” ha un suo ritmo, ma il punto cruciale è non arrendersi al senso di impotenza.

Nel mio studio a Forte dei Marmi, integro la valutazione iniziale con strategie ad hoc: può trattarsi di un percorso di sostegno psicologico se la depressione è ancora lieve, oppure di una vera e propria psicoterapia analitico–transazionale, per lavorare più in profondità sugli schemi di pensiero e sulla storia personale. Dove necessario, inserisco l’EMDR per elaborare traumi oppure eventi stressanti non digeriti. Tutto questo con un approccio personalizzato, perché ogni storia è diversa.

Spesso, chi è depresso teme di doversi “sforzare” troppo e non sa che la terapia prevede anche momenti di comprensione empatica, in cui la persona si sente finalmente libera di raccontare il proprio dolore senza essere etichettata. È questo calore umano, unito a competenze scientifiche, che gradualmente permette di ridurre la morsa dell’apatia e del disfattismo, riaccendendo la speranza. A mio avviso, il supporto psicologico risulta un fattore determinante, innanzitutto, per riconoscere che la depressione è una condizione e non un difetto caratteriale, e poi per iniziare un cammino di cura che conduce verso una maggiore autostima e vitalità.

Alla luce di tutto ciò, spero di aver risposto in modo esaustivo alle domande “Come capire se sono depresso?”, “Quali segnali devo osservare?” e “Si può guarire dalla depressione?”. Vivere un periodo di buio emotivo non significa che si debba rimanere intrappolati per sempre in quella sensazione di disperazione. L’azione di professionisti qualificati, insieme all’appoggio di familiari e amici, può riaccendere la luce su prospettive di benessere, giorno dopo giorno.

Se sospetti di essere depresso, se avverti un senso di vuoto che non ti abbandona o pensi di aver bisogno di un confronto professionale, contattami presso il mio studio di Forte dei Marmi. Potremo fissare un primo colloquio di valutazione e comprendere insieme il percorso migliore: un sostegno psicologico mirato o un intervento terapeutico più approfondito. Non bisogna vergognarsi o aspettare che la situazione peggiori: chiedere aiuto è il primo passo verso la possibilità di ritrovare serenità e aprirsi nuovamente a momenti di gioia e realizzazione personale.

Dott.ssa Federica Santucci Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale

Sono una Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale CTA EATA (Analista Transazionale Diplomato - Associazione Europea per l’Analisi Transazionale ) e Terapeuta EMDR.

Mi occupo di terapia individuale, di coppia e familiare. Tratto difficoltà legate all'età adolescenziale, problematiche affettive e relazionali, problemi di assertività, autostima, comunicazione. Le mie competenze contemplano il trattamento delle nevrosi, dei disturbi di personalità, d'ansia o dell'umore (depressione, disturbo bipolare), la gestione dei conflitti personali e interpersonali, l'ambito delle nuove dipendenze patologiche come quelle legate al gioco d'azzardo e all'uso di sostanze.