Mi chiamo Federica Santucci, sono una Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale CTA EATA, specializzata in Terapia EMDR, e svolgo la mia attività presso il mio studio vicino Forte dei Marmi. Vi parlo in prima persona di un tema che mi sta particolarmente a cuore: il disagio dell’adolescente. Sono numerose le famiglie che mi contattano perchè preoccupate dai cambiamenti di umore, dalle difficoltà scolastiche o relazionali che emergono nei propri figli. L’adolescenza, infatti, è un periodo di trasformazioni profonde dal punto di vista fisico, emotivo e relazionale. Il corpo cambia, l’identità si ridefinisce, e spesso può emergere un senso di inadeguatezza o di insicurezza che non deve essere sottovalutato. In questo articolo affronterò i sintomi e i segnali del disagio giovanile, il periodo più complesso dell’adolescenza, i disturbi psico-emotivi che più frequentemente si riscontrano nei ragazzi, e vi offrirò una panoramica su come intervenire quando compare la necessità di un aiuto psicologico.
Desidero che queste riflessioni possano essere professionali, informative e rassicuranti, per sostenere genitori e adolescenti in cerca di risposte concrete. Vi invito, se al termine della lettura avete dubbi o timori riguardo i vostri ragazzi, a non esitare a contattarmi. Vedremo insieme come attivare un percorso di sostegno psicologico alla genitorialità o una consultazione individuale con l’adolescente per affrontare le sue difficoltà.
Che cos’è il disagio giovanile e come si può affrontare?
Quando parliamo di disagio giovanile, intendiamo un insieme di stati emotivi, comportamentali e relazionali che indicano sofferenza o difficoltà di adattamento nella fascia d’età che va dalla preadolescenza all’inizio dell’età adulta. Come Psicoterapeuta Analista Transazionale, mi rendo conto di quanto sia delicato questo processo di crescita. Gli adolescenti vivono cambiamenti ormonali e neurologici che influiscono direttamente sul comportamento, sulla percezione di sé e sulla gestione delle emozioni. In più, le sfide dell’ambiente esterno – che possono essere di tipo scolastico, familiare, sociale – si intrecciano con le trasformazioni interne, creando talvolta un forte senso di smarrimento. L’adolescente si chiede chi è, quale posto può occupare nel mondo e come gestire la valanga di nuove sensazioni che emergono.
Affrontare il disagio giovanile significa, prima di tutto, riconoscerlo e validare i vissuti dell’adolescente. Questo attiene all’ascolto, alla comprensione del suo mondo interno e a un intervento mirato che coinvolga la famiglia. Talvolta, è utile lavorare direttamente sui vissuti del ragazzo con la Terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), che può risultare efficace anche in casi di piccoli o grandi traumi emotivi accumulati nel corso dell’infanzia e che si manifestano con maggiore evidenza durante l’adolescenza. Spesso, inoltre, anche un percorso di psicoterapia dell’età evolutiva risulta utile per comprendere le origini dei modelli relazionali adottati dal ragazzo, individuare eventuali blocchi emotivi e potenziare le risorse positive.
Quali sono i sintomi del disagio giovanile?
Nella mia esperienza clinica a Forte dei Marmi, ho imparato a osservare con attenzione i segnali del disagio giovanile. Non sempre questi appaiono in modo plateale, spesso si manifestano come cambiamenti graduali, per cui è facile minimizzare o attribuirli puramente alle “tipiche fasi dell’adolescenza”. Tuttavia, quando un ragazzo dimostra un malessere prolungato, segnato da irritabilità e tristezza costanti, da un calo drastico del rendimento scolastico o dalla perdita di interesse verso le attività abituali, può essere il campanello d’allarme di un disagio più profondo.
Altri sintomi che possono emergere in questa fase sono l’isolamento sociale, il disinteresse per le relazioni familiari e amicali, le difficoltà di concentrazione e di memoria, i disturbi del sonno, le variazioni di peso improvvise e il ricorso a comportamenti a rischio come l’uso di sostanze o l’abuso di tecnologie. In aggiunta, un’adolescente può manifestare segnali di malessere attraverso comportamenti oppositivi-provocatori, conflitti accesi e persistenti con i genitori, oppure reazioni aggressive e impulsive dovute a una gestione disfunzionale della rabbia. È importante tenere a mente che ciascun ragazzo ha il proprio modo di esprimere il disagio: c’è chi lo manifesta apertamente e chi invece lo tiene nascosto a lungo. In entrambe le situazioni, l’ascolto attento e la sensibilità degli adulti di riferimento sono fondamentali.
Qual è il periodo più difficile dell’adolescenza?
Rispondere a questa domanda può sembrare semplice, ma richiede una distinzione. L’adolescenza non è un blocco monolitico: gli psicologi identificano diverse fasi che si susseguono, ognuna con le sue peculiarità. C’è la preadolescenza (la fase che precede lo sviluppo puberale), l’adolescenza vera e propria (che coincide con i cambiamenti ormonali e fisici più evidenti) e la tarda adolescenza (il momento in cui ci si avvicina alla maggiore età e si iniziano a fare progetti di vita più concreti). In generale, si potrebbe dire che il periodo più complesso è la prima adolescenza, in cui il corpo cambia rapidamente e la mente fatica a tenere il passo, generando disorientamento.
Questo passaggio, però, è molto soggettivo. Alcuni ragazzi vivono difficoltà maggiori nella fase centrale, quando l’identità si definisce anche attraverso il riferimento al gruppo dei pari e la ricerca di autonomia dalla famiglia, spesso generando tensioni casalinghe. Altri, invece, incontrano più ostacoli nella tarda adolescenza, quando l’incertezza rispetto al futuro e la pressione sociale possono generare ansie e paure per l’ingresso nella vita adulta. Nel mio studio a Forte dei Marmi, ho visto come tutte queste fasi, per quanto diverse, possano innescare vissuti di disagio che meritano uno spazio empatico e professionale per essere compresi e trasformati in esperienze di crescita.
Quali sono i disturbi psico-emotivi più frequenti negli adolescenti?
L’adolescenza può coincidere con l’esordio di molte condizioni psicopatologiche. Tra i disturbi psico-emotivi più frequenti, riscontro spesso ansia, depressione, fobie sociali e attacchi di panico. In questa fase di vita, i ragazzi possono sentirsi costantemente giudicati dal mondo esterno, sperimentando insicurezza, paura del rifiuto e desiderio di apparire perfetti, fattori che possono esporli a un vissuto ansioso. Allo stesso tempo, alcuni adolescenti manifestano un umore instabile, tristezza prolungata, perdita di interesse verso le attività che prima li appassionavano e sentimenti di colpa o inutilità, elementi tipici di un quadro depressivo.
Un altro disturbo di cui si parla poco, ma che riscontro non di rado, è il disturbo da comportamento dirompente e di disregolazione emotiva. In questi casi, gli adolescenti faticano a controllare l’impulsività e la rabbia, mettendo in atto condotte oppositive o violente nei confronti di sé o degli altri. A volte, un approccio mirato come il Coping Power Program risulta utile per imparare a gestire in maniera efficace l’aggressività e le situazioni conflittuali. Se si affrontano tempestivamente i segnali di disagio, si possono prevenire peggioramenti o cronicizzazioni.
Quali sono i segnali di disagio psicologico?
I segnali di disagio psicologico negli adolescenti non sono sempre facili da cogliere, perché i cambiamenti tipici di questa età possono mascherarli. Tuttavia, quando si presentano alterazioni dell’umore persistenti, come tristezza o irritabilità costante, o quando il ragazzo sembra “assenza mentale”, distratto e distante, è bene prestare attenzione. Altri indicatori da tenere in considerazione riguardano l’autostima: se cala bruscamente, il giovane può iniziare a dichiarare di sentirsi “incapace” o “inutile”. Altro segnale è la tendenza all’isolamento, a chiudersi in camera oppure a evitare situazioni sociali che prima erano vissute con serenità.
Inoltre, i rapporti conflittuali con genitori e insegnanti possono diventare sempre più intensi e frequenti, con l’aggravante dell’abuso di sostanze, dell’auto-lesionismo o di idee suicidarie come espressione estrema del disagio. A volte, l’adolescente potrebbe persino smettere di dedicarsi alle sue passioni, come lo sport o le attività artistiche, lasciando emergere un senso di vuoto e apatia. Come psicoterapeuta, consiglio sempre di ascoltare attentamente ciò che i ragazzi raccontano, anche tra le righe: una frase ripetuta più volte può rivelare un disagio emotivo significativo.
Quando un adolescente ha bisogno dello psicologo?
La decisione di rivolgersi a uno psicologo o a uno psicoterapeuta può sembrare un passo delicato sia per i genitori che per i ragazzi stessi. Tuttavia, c’è un momento in cui i segnali diventano sufficientemente chiari. Se il disagio dura da settimane o addirittura mesi, interferisce con la vita quotidiana e l’adolescente non riesce a trovare strategie per superarlo, rivolgersi a un professionista diventa un atto di cura fondamentale. In particolare, se il ragazzo manifesta stati ansiosi o depressivi rilevanti, comportamenti aggressivi o autolesivi, cali massicci nel rendimento scolastico o ritiro sociale eccessivo, potrebbe essere il momento di chiedere aiuto.
Io stessa, nel mio studio di Forte dei Marmi, incontro spesso famiglie che arrivano con la sensazione di aver “provato di tutto” per aiutare il proprio figlio. La consulenza psicologica e la psicoterapia offrono uno spazio protetto, in cui l’adolescente può esprimere liberamente i propri pensieri, sentimenti e paure. L’obiettivo è guidarlo a riformulare la propria storia personale, a imparare a gestire le emozioni difficili e a sviluppare nuove competenze relazionali. Spesso il coinvolgimento dei genitori risulta altrettanto importante, perché i modelli di comunicazione familiare e le dinamiche affettive influiscono fortemente sul benessere dei ragazzi.
L’importanza della Terapia EMDR e dell’Analisi Transazionale
Come Terapeuta EMDR e Analista Transazionale, credo fermamente nel potere di un approccio integrato. L’EMDR, per esempio, è estremamente utile per elaborare traumi e ricordi spiacevoli che possono aver lasciato un segno profondo nel ragazzo. A volte non si tratta di eventi macroscopici, ma di episodi di bullismo o umiliazioni vissute nell’ambiente scolastico che l’adolescente fatica a superare. Attraverso la stimolazione bilaterale del cervello, l’EMDR permette di “desensibilizzare” questi ricordi, rilegandoli a una dimensione che non blocca più la crescita.
D’altra parte, l’Analisi Transazionale mi fornisce un quadro teorico e pratico per comprendere i “giochi psicologici” e i copioni di vita che l’adolescente mette in atto nelle diverse relazioni: a scuola, in famiglia e con gli amici. Identificare questi pattern aiuta a comprendere perché si ripetono certe dinamiche conflittuali o dolorose. In una fase del ciclo di vita in cui il giovane è molto sensibile, l’opportunità di esplorare l’identità e il modo di rapportarsi agli altri può risultare cruciale per favorire un passaggio sano all’età adulta.
Gli adolescenti e il contesto familiare: come relazionarsi al disagio
Il sostegno della famiglia è un tassello essenziale per affrontare il disagio dell’adolescente. Quando lavoro con ragazzi che mostrano difficoltà psico-emotive, spesso propongo incontri di consulenza genitoriale per fornire ai genitori strumenti pratici di ascolto e dialogo. Capita che i genitori si sentano impotenti di fronte a nuove sfide, soprattutto se si tratta del primo figlio che entra nell’adolescenza. Nel mio metodo di psicoterapia non considero mai il ragazzo come un’isola a sé stante: al contrario, mi interessa la rete di relazioni in cui è inserito.
Talvolta, un cambiamento di prospettiva nella comunicazione familiare può fare la differenza tra un adolescente che si sente solo e uno che trova nello spazio domestico un rifugio sicuro in cui condividere paure e insicurezze. Può essere utile introdurre regole chiare, ma anche flessibili, che tengano conto della necessità di autonomia propria di questa età. Se poi le conflittualità coniugali o altre problematiche interne alla coppia genitoriale incidono sulla serenità del ragazzo, potrebbe essere indicata anche una psicoterapia di coppia per risolvere incomprensioni e ridare stabilità all’ambiente familiare.
Disagio dell’adolescente e prevenzione: perché intervenire presto?
Uno dei motivi per cui insisto sulla prevenzione è che molte forme di disagio giovanile, non riconosciute tempestivamente, possono sfociare in patologie più radicate nell’età adulta. Le strategie di coping e i sistemi di credenze che l’adolescente crea in questo periodo potrebbero condizionarlo anche in futuro, influenzando relazioni sentimentali, carriera lavorativa e benessere generale. Intervenire nei primi segnali di malessere aumenta le possibilità di un esito terapeutico positivo, perché il giovane è in una fase della vita in cui il cervello è ancora dotato di una certa plasticità.
Allo stesso modo, una presa in carico precoce permette all’adolescente di non sentirsi “etichettato” in modo negativo rispetto al suo disagio. Anzi, scoprire che esiste uno spazio professionale e accogliente dove può essere ascoltato senza giudizio può rivelarsi un potente fattore di protezione. Spesso l’adolescente che viene sostenuto a livello psicologico ritrova la fiducia in se stesso e impara a riconoscere i propri bisogni, ma anche i propri punti di forza, sviluppando un’autonomia affettiva e relazionale utile per tutta la vita.
Come contattarmi per un supporto psicologico a Forte dei Marmi
Se ritieni che tuo figlio viva un disagio significativo o se, in quanto adolescente, senti il bisogno di trovare uno spazio sicuro in cui parlare di ciò che senti, ti invito a contattarmi direttamente al numero 347 11 41 310. Ricevo nel mio studio di psicologia e psicoterapia in via Antonio Gramsci 34 Cinquale 54038 (MS), in prossimità di Forte dei Marmi, e collaboro attivamente con altri professionisti dello “Studio Fisioterapico Dalle Luche”, dove la dimensione mente-corpo è seguita in modo olistico. Il mio obiettivo è creare un percorso su misura, che risponda alle reali esigenze dell’adolescente e della sua famiglia, offrendo strategie concrete e un ascolto empatico.
Sono iscritta all’Albo degli Psicologi e degli Psicoterapeuti della Toscana (n° 7890) e la mia pratica professionale segue linee guida aggiornate e validate scientificamente. Scegliere di iniziare un percorso psicologico non significa “etichettare” i ragazzi come “problematici”, bensì sostenerli in una fase delicata in cui il benessere emotivo è cruciale.
l’importanza di prestare attenzione ai segnali del disagio dell’adolescente
Ho voluto condividere con voi, in modo discorsivo e approfondito, l’importanza di prestare attenzione ai segnali del disagio dell’adolescente. Si tratta di un periodo complesso, cadenzato da trasformazioni profonde e da sfide che, se non sono comprese e accolte, possono sfociare in difficoltà maggiori. Riconoscere i sintomi del disagio giovanile, individuare il momento più delicato dell’adolescenza, comprendere i disturbi psico-emotivi più frequenti e valutare quando chiedere aiuto a uno psicologo è un atto di cura e responsabilità.
Nel mio approccio, affronto il disagio giovanile con un’attenzione particolare alle emozioni, all’identità e alle relazioni, utilizzando tecniche integrate come l’Analisi Transazionale e la Terapia EMDR. Il sostegno della famiglia, inoltre, riveste un ruolo fondamentale per creare un clima di ascolto attivo e guida affettuosa. Se vivi a Forte dei Marmi o nelle zone limitrofe e desideri approfondire questa tematica, ti invito a contattarmi quanto prima. Insieme, valuteremo la situazione e studieremo la soluzione terapeutica più adatta. Uno spazio d’ascolto professionale può fare la differenza nella vita di un adolescente e restituire alla famiglia la serenità che merita.