Dott.ssa Federica Santucci Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale

Dott.ssa Federica Santucci Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale

Sono una Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale CTA EATA (Analista Transazionale Diplomato - Associazione Europea per l’Analisi Transazionale ) e Terapeuta EMDR.

Mi occupo di terapia individuale, di coppia e familiare. Tratto difficoltà legate all'età adolescenziale, problematiche affettive e relazionali, problemi di assertività, autostima, comunicazione. Le mie competenze contemplano il trattamento delle nevrosi, dei disturbi di personalità, d'ansia o dell'umore (depressione, disturbo bipolare), la gestione dei conflitti personali e interpersonali, l'ambito delle nuove dipendenze patologiche come quelle legate al gioco d'azzardo e all'uso di sostanze.

Crisi di Coppia dopo un Tradimento: Come Ricostruire la Fiducia a Forte dei Marmi

Di Federica Santucci – Psicologa e Psicoterapeuta a Forte dei Marmi, specializzata in EMDR e terapia di coppia 

Sono la Dott.ssa Federica Santucci, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta a Forte dei Marmi, e voglio dedicare questo spazio a un tema che riguarda molte coppie in crisi: il tradimento. Si tratta di un evento traumatico che colpisce profondamente la fiducia e l’intimità di un rapporto. In alcuni casi, il tradimento segna la fine irrevocabile della relazione; in altri, può sorprendentemente diventare un punto di svolta che, se affrontato con consapevolezza e impegno, porta a una nuova unione, in un certo senso più matura. In questo articolo desidero offrire una riflessione su come la psicologia, e in particolare la psicoterapia di coppia con l’approccio EMDR, possa fornire un valido sostegno per superare la crisi post-tradimento.

Molte ricerche evidenziano che il tradimento non è quasi mai la causa unica della rottura, ma piuttosto il segnale di un malessere sommerso che la coppia non ha saputo esprimere o risolvere in precedenza. Da un lato, possiamo chiederci: cosa porta una persona a tradire il proprio partner? E dall’altro, qual è l’impatto che questo atto di rottura di fiducia produce sulla relazione, soprattutto quando la coppia decide di rimanere unita?

Nel mio lavoro, mi trovo spesso di fronte a partner che arrivano in studio con sentimenti di rabbia, delusione e vergogna. Alcuni si sentono profondamente feriti, mentre chi ha tradito può provare senso di colpa o tentare di razionalizzare l’accaduto come espressione di “una mancanza” vissuta nel rapporto coniugale. Non esistono tradimenti “giustificati”: è però utile capire quale dinamica di coppia o quale storia personale abbia reso plausibile la scelta di cercare attenzioni altrove. Conoscere, tuttavia, non significa scusare, bensì cercare di elaborare ciò che è accaduto.

 

Cosa porta a tradire e quale impatto sulla relazione?

Il tradimento è un segnale , sintomo di Crisi della coppia . Spesso non è il problema in se ma "solo " l'espressione di una crisi precedente mai risolta . Alcune volte invece, chi tradisce ha problematiche personologiche derivanti da esperienze infantili sfavorevoli o altri fattori che concorrono a sviluppare quel tipo di personalità. Il rischio principale nel momento in cui questo “salto fuori” dalla coppia viene scoperto è la frustrazione e lo smarrimento: chi subisce il tradimento si sente tradito anche nei propri valori, e può mettere radicalmente in discussione l’intero rapporto. Chi ha agito il tradimento, paradossalmente, potrebbe sentirsi sollevato dal non dover più nascondere la doppia vita, ma allo stesso tempo può provare grandissimo rimorso.

Nella mia esperienza con coppie di Forte dei Marmi, l’impatto di un tradimento è devastante: “Non è solo la fiducia a crollare, ma l’identità stessa della relazione”.

Il mondo della coppia crolla, e una famiglia che sembrava solida può entrare in uno stato di profonda instabilità. I partner coinvolti vivono sentimenti intensi come l’umiliazione, la vergogna o la disperazione. Alcuni reagiscono interrompendo definitivamente la relazione, mentre altri mantengono una coesistenza fredda e insincera. Altri, invece, decidono di farsi aiutare, sperando di trasformare quella ferita in un’occasione di rinascita.

 

Dopo un tradimento, alcune coppie si sfalderanno, altre sapranno ritrovarsi?

È senz’altro vero che, in seguito a un tradimento, molte coppie scelgono di separarsi definitivamente. I motivi possono essere differenti: c’è chi non riesce a perdonare, chi non accetta di condividere i propri errori, e chi, tra mille tentennamenti, si rende conto che il legame si è talmente compromesso da non permettere una ricostruzione autentica. Tuttavia, ci sono anche coppie che decidono di affrontare la devastazione e di provare a riprendersi la relazione, magari per il bene dei figli o per un sincero desiderio di restare insieme. Stranamente, alcuni rapporti riescono a riscoprire un’intimità più profonda, perché si passa dal tacere le difficoltà allo “sviscerarle” con coraggio. Non c’è mai la garanzia che questo percorso avrà successo, ma l’esperienza terapeutica ci dice che, con la giusta motivazione e il giusto metodo, le possibilità di risanare la coppia aumentano.

Uno studio dell’Università di Firenze rivela che il 40% delle coppie che intraprendono una terapia dopo il tradimento riescono a ricostruire un legame più autentico. Cosa distingue queste coppie?

La risposta sta nella capacità di trasformare la crisi in un’opportunità di crescita condivisa. Anna e Luca, una coppia di Viareggio che seguo da due anni, ne sono un esempio: il tradimento di lui è diventato il catalizzatore per affrontare problemi mai discussi, dalla gestione dei figli alle divergenze sui valori di vita.

Al contrario, le coppie che si sfaldano spesso rimangono impantanate in dinamiche di colpa reciproca. Come mi confidò un paziente: “Continuavamo a chiederci chi avesse sbagliato, invece di capire perché eravamo arrivati a quel punto”.

 

Dopo aver accettato le proprie responsabilità, e averle condivise, la coppia recupererà la consapevolezza di sé che aveva perso?

Credo fermamente che la gestione della crisi non sia solo un momento di accusa e di difesa, bensì proprio la possibilità di portare in superficie quelle partite in sospeso, quelle aree di insoddisfazione, quelle abitudini che hanno eroso la comunicazione autentica. È naturale, all’inizio, che la coppia attraversi fasi di tensione. Ma man mano che i partner iniziano a prendersi ciascuno la responsabilità delle proprie mancanze, la fiducia reciproca può riaccendersi. Ogni membro della coppia ha una storia, un bagaglio di emozioni e bisogni che vanno condivisi per recuperare la vera essenza di entrambi. Quando questa condivisione avviene in modo sincero, la relazione diventa una “nuova unione”, basata su una consapevolezza più matura. Ciò richiede tempo, costanza e l’aiuto di un professionista, soprattutto quando la ferita del tradimento è ancora fresca e sanguinante.

 

Come superare un tradimento? Dall’elaborazione del trauma alla rinascita

Superare un tradimento significa, da un lato, elaborare il “lutto” di ciò che c’era prima, perchè la relazione non sarà più la stessa. Bisogna accettare questa realtà e cercare di abbandonare l’illusione di tornare come prima, per fare spazio a un “dopo” che, se ben costruito, può perfino essere migliore. È importante dare voce ai sentimenti di dolore, di rabbia, di confusione. Vedo spesso partner che temono di “destabilizzare ulteriormente” la relazione mostrando troppo le proprie emozioni. In realtà, è proprio il non-detto o il trattenere la propria sofferenza a impedire di elaborare la crisi. Nel percorso terapeutico, lo psicologo aiuta i partner a organizzare i loro stati emotivi, a dare un senso alle reazioni e a progettare un modo nuovo di stare insieme.

A livello pratico, è fondamentale ritrovare momenti di dialogo, senza accusarsi inutilmente ma cercando di capire come ognuno è arrivato a questa situazione. Potrebbe essere necessario interrompere temporaneamente una convivenza, o assumere scelte impegnative come un temporaneo distacco per valutare se, lontani dal conflitto, si capisce meglio il valore del partner. Ogni coppia, però, è differente. L’importante è stabilire obiettivi realistici e non aspettarsi risultati immediati. Ricostruire la fiducia è un percorso che procede passo dopo passo.

 

Come l’approccio EMDR può supportare la terapia di coppia, specie per superare un tradimento?

Nell’ambito della psicoterapia, l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una metodologia inizialmente nata per elaborare traumi, in particolare disturbo da stress post-traumatico. Tuttavia, diverse ricerche e la pratica clinica hanno dimostrato come l’EMDR possa essere efficace anche su esperienze relazionali dolorose, tra cui il tradimento. Il trauma di un tradimento spesso provoca immagini intrusive, sensazioni di continua angoscia o flashback emotivi. Con l’EMDR, invito uno o entrambi i partner a rielaborare in modo bilaterale (tramite movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata) i vissuti legati a quell’evento, riducendone l’impatto disturbante.

Non sempre si utilizza l’EMDR in coppia contemporaneamente; a volte è utile prima un trattamento individuale, in cui la persona tradita può lavorare sul trauma di sentirsi abbandonata, tradita e svalutata, e la persona che ha tradito può affrontare i propri sensi di colpa e la propria confusione interiore. In un successivo momento, può esserci spazio per un lavoro congiunto, dove le emozioni più disfunzionali si sono ormai attenuate e si può costruire una nuova complicità.

 

Ricostruire dopo il tradimento, tra crisi e opportunità

Vivere un tradimento è un’esperienza sconvolgente, che mette la coppia di fronte a un bivio decisivo. Alcune coppie scelgono di interrompere la relazione, magari dopo aver realizzato che la fiducia è irrimediabilmente compromessa. Altre, invece, prendono la situazione come un segnale d’allarme che richiede un cambiamento globale. Ammettere di aver perso l’armonia e affrontare collettivamente le responsabilità non è un’impresa semplice, ma non è neanche impossibile.

Come Psicologa e Psicoterapeuta a Forte dei Marmi, offro percorsi di coppia e, quando necessario, sedute individuali. Credo che l’unico modo per superare davvero un tradimento sia trasformare la crisi in un’opportunità per conoscersi meglio, svelare nodi emotivi mai affrontati e darsi regole nuove per vivere la relazione senza cadere di nuovo nel silenzio o nella paura. Nel mio approccio, integro la psicoterapia analitico-transazionale con l’EMDR, così da favorire sia la consapevolezza dei processi di coppia sia la risoluzione dei traumi personali connessi al tradimento.

Se state attraversando una crisi di coppia legata a un tradimento e vi trovate nella zona di Forte dei Marmi o nelle vicinanze, sappiate che esistono professionisti pronti a guidarvi in un percorso di ascolto e sostegno. L’obiettivo non è “far finta che non sia successo niente”, bensì integrare quanto accaduto e trovare nuove modalità di costruzione del rapporto, se entrambi i partner lo desiderano.

Ogni coppia ha la propria storia e i propri tempi. L’importante è non sentirsi soli, né lasciarsi sopraffare dal risentimento o dalla disperazione. Chiedere aiuto a uno psicologo non significa ammettere una sconfitta, ma anzi è un gesto di responsabilità, un passo avanti per prendersi cura di se stessi e della relazione, trasformando un evento drammatico in un’occasione per garantire alla coppia la possibilità di un nuovo inizio.

Benvenuti sul blog di Federica Santucci, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale a Forte dei Marmi. In questo articolo parleremo di “relazioni tossiche”: cosa sono, come riconoscerle, perché ci si ritrova spesso a vivere situazioni di malessere relazionale e come poter intraprendere un percorso di uscita. Molte persone in crisi relazionale si domandano se esista un modo per spezzare un circolo di sofferenza. L’idea di “tossicità” nella relazione allude a un clima emotivo malsano che danneggia il benessere di entrambi i partner o, in casi particolari, di una sola parte della coppia. Proviamo a fare chiarezza su questo tema, spesso circondato da miti e confusione.

 

Che cosa sono le relazioni tossiche (definizione e significato)

Una relazione tossica è un rapporto in cui l’equilibrio emotivo di almeno uno dei due partner risulta minato. Lo scambio avviene sulla base di dinamiche negative e ripetitive, che possono includere prevaricazione, manipolazione, senso di colpa o di inferiorità. A livello psicologico, si parla di relazioni tossiche quando vengono coltivati, in modo più o meno esplicito, messaggi distruttivi che annullano l’autostima, la fiducia o la libertà personale. Ciò non significa che una relazione non possa attraversare momenti di tensione o conflitto, ma la differenza è che, nella tossicità, non si cercano soluzioni reali: si resta incastrati in un copione di malessere che si autoalimenta.

 

Quali sono i tipi di relazioni tossiche?

Le relazioni tossiche possono assumere diverse forme. Eccone alcune tra le più comuni:

  • Relazione dipendente: uno dei partner sente di non poter vivere senza l’altro, anche se questo comporta costanti sofferenze o umiliazioni.
  • Relazione manipolatoria: vi è un continuo tentativo di controllo da parte di uno dei partner, che fa leva su sensi di colpa o minacce emotive, impedendo all’altro di esprimersi liberamente.
  • Relazione basata sull’idealizzazione: si proietta sull’altro un’immagine irrealistica, ignorandone limiti e comportamenti che, in realtà, generano disagio e rabbia.
  • Relazione basata sull’abuso emotivo o fisico: qui la tossicità diventa particolarmente pericolosa. L’abuso può essere fatto di frasi denigratorie e svalutazioni continue, oppure di comportamenti aggressivi vero e proprio.

 

Un esempio: relazione tossica con un narcisista

Un caso frequente riguarda la relazione con un partner narcisista. Il narcisismo si manifesta con un bisogno costante di ammirazione, un senso di superiorità e la tendenza a non empatizzare con l’altro. In una relazione tossica a sfondo narcisistico, la persona “narcisa” attua spesso manipolazioni per accentrare l’attenzione su di sé, sminuendo il partner e pretendo continue conferme. Chi subisce questa dinamica può sentirsi sempre in difetto, senza mai riuscire a soddisfare le richieste dell’altro, e si ritrova progressivamente isolato e senza autostima. Riconoscere i segni di un rapporto di questo tipo può essere difficile perché, soprattutto all’inizio, il narcisista può mostrarsi affascinante, generoso e carismatico.

 

Come riconoscere una relazione tossica? I segnali d’allarme

Esistono alcuni campanelli d’allarme che possono indicare una situazione di tossicità:

  • Senso costante di ansia o timore: ci si sente giudicati, controllati o “in colpa” per qualsiasi scelta personale.
  • Svalutazione continua: il partner sminuisce obiettivi, desideri o emozioni, facendoti credere di essere “sbagliato”.
  • Ciclo di alti e bassi: momenti di apparente amore e vicinanza si alternano precipitosamente a tensioni e maltrattamenti emotivi, generando confusione.
  • Isolamento sociale e familiare: il partner tende a sottrarti dal contesto di amici e parenti, favorendo una dipendenza emotiva.
  • Senso di colpa immotivato: ti senti responsabile di ogni problema, e l’altro alimenta questa percezione per tenerti sotto controllo.

Se ti riconosci in questi segnali, è importante fermarti e valutare la situazione. Non tutte le relazioni “difficili” sono tossiche, ma se tu o la persona vicina a te avvertite un malessere costante, potrebbe essere tempo di fare chiarezza.

 

Come posso uscirne? Le strategie per spezzare il circolo tossico

La fine di una relazione tossica non è sempre semplice: spesso, infatti, la persona che ne è coinvolta è vittima di meccanismi di dipendenza affettiva e di manipolazione. Alcuni consigli:

  • Prendere consapevolezza: riconoscere che la relazione è fonte di sofferenza e non un “destino” inevitabile è il primo passo verso la libertà.
  • Creare una rete di supporto: amici, familiari o gruppi di auto-aiuto possono offrire sostegno emotivo e confronto esterno.
  • Conoscere i propri diritti: ricorda che meriti rispetto e che nessuna forma di umiliazione o violenza è accettabile, sia fisica che psicologica.
  • Cercare un aiuto professionale: rivolgersi a uno psicologo o a un terapeuta a Forte dei Marmi può fare la differenza per intraprendere un percorso serio che interrompa la spirale di malessere.

 

Perché mi ritrovo sempre in relazioni tossiche?

Molte persone si chiedono: “Ma perché, nonostante cambino le circostanze, finisco sempre in rapporti simili?”. Le cause possono essere molteplici: modelli relazionali appresi nell’infanzia, bassa autostima, credenze limitanti riguardo all’amore o al proprio valore. Alcuni vivono un “copione” relazionale in cui cercano (spesso inconsciamente) di replicare schemi che hanno interiorizzato, pur sapendo che generano sofferenza. Un percorso psicoterapeutico analitico– transazionale può aiutare a individuare queste dinamiche profonde e a modificarle in modo costruttivo.

 

Come mi proteggo dalle relazioni tossiche?

In un mondo in cui l’equilibrio tra autonomia e intimità è spesso fragile, proteggersi dalle relazioni tossiche significa sviluppare un confine personale sano. Alcuni suggerimenti utili:

  • Lavorare sull’autostima: imparare a riconoscere i propri pregi e difetti aiuta a mettere limiti chiari agli altri, senza timore di dispiacere.
  • Coltivare relazioni di qualità: circondarsi di persone che nutrano fiducia reciproca e sostegno permette di sviluppare un senso di sicurezza e di valore.
  • Imparare ad ascoltare i segnali interiori: se avverti sempre agitazione o disagio in un rapporto, non ignorare questa voce interna. Spesso indica la presenza di un campanello d’allarme.

Non c’è un “manuale universale” per evitare ogni relazione tossica, ma la consapevolezza di sé e una buona salute emotiva sono importanti scudi contro situazioni manipolatorie.

 

Perché devo stare sempre male? E come posso stare meglio?

Se ti accorgi di ripetere pattern distruttivi, e ti chiedi “Perché devo vivere in un perenne stato di sofferenza?”, sappi che talvolta la famiglia d’origine o passate esperienze traumatiche possono aver plasmato convinzioni negative su te stesso e sulle relazioni. L’idea che “soffrire sia normale” o che “amare significhi tollerare qualunque male” è ovviamente disfunzionale. Fortunatamente, queste convinzioni possono essere «smontate» grazie a un adeguato supporto psicologico, restituendo la possibilità di scegliere rapporti più sani e appaganti.

Se stai vivendo in Versilia, a Forte dei Marmi o nelle zone limitrofe, e senti di aver bisogno di un confronto professionale, sarò lieta di accoglierti nel mio studio per un primo colloquio conoscitivo. Insieme, potremo analizzare le dinamiche che ti portano a restare invischiato in rapporti distruttivi e impostare un percorso di cambiamento concreto, fondato sull’autenticità e il rispetto reciproco.

 

La strada verso relazioni sane e appaganti

Le relazioni tossiche non sono un “destino” ineluttabile: con la giusta consapevolezza, un supporto adeguato e la ferma volontà di interrompere quei meccanismi ripetitivi, è possibile imparare a riconoscere i segnali d’allarme e a costruire un nuovo modo di stare in relazione. La chiave è comprendere che meritiamo di essere amati in modo sincero, protettivo e libero da dinamiche di prevaricazione.

Se desideri migliorare la qualità delle tue relazioni o vuoi approfondire le tematiche legate a dinamiche tossiche, io sono a tua disposizione a Forte dei Marmi. Ricorda: chiedere aiuto non è mai un segno di debolezza, ma un atto di coraggio e amore verso se stessi.

Ti aspetto per iniziare insieme un percorso di consapevolezza e guarigione relazionale, alla ricerca di rapporti più equilibrati e autentici.

Di Federica Santucci – Psicologa e Psicoterapeuta specializzata in terapia di coppia a Forte dei Marmi

Perché il Desiderio Sessuale Diminuisce? Le Cause Fisiche ed Emotive

Il calo del desiderio sessuale è un fenomeno comune, ma spesso carico di preoccupazioni. Non è sempre un segnale di crisi: può dipendere da fattori fisiologici (es. squilibri ormonali, stanchezza) o psicologici, come stress lavorativo o conflitti irrisolti. A Forte dei Marmi, dove si trova il mio studio, aiuto le coppie ad analizzare la propria situazione, ad individuare le cause per trovare soluzioni mirate.

 

Il Calo del Desiderio è Fisiologico o Psicologico? Come Capirlo

In primis, è essenziale distinguere tra la diminuzione del desiderio dovuta a cause fisiologiche e quella di origine psicologica. Le alterazioni di tipo fisiologico sono tra le più frequenti e sono spesso legate a squilibri ormonali o a specifiche patologie in uno dei partner. Questo fenomeno può presentarsi in forma primaria, quando la malattia incide direttamente sul desiderio, oppure in forma secondaria, come conseguenza di una generale indisposizione, ad esempio in soggetti che hanno affrontato problemi cardiaci o che convivono con diabete o depressione.

Semplificando il calo del desiderio può essere:

  • Fisiologico: Legato a menopausa, andropausa, farmaci o patologie (es. diabete).
  • Psicologico: Stress cronico (tipico negli imprenditori della Versilia), ansia da performance, traumi passati.

 

Uomo e Donna: Reazioni Diverse al Calo del Desiderio

Gli uomini tendono a vivere il calo come una minaccia all’autostima, associandolo a stereotipi di virilità. Le donne, invece, spesso lo collegano a mancanza di connessione emotiva o carichi mentali (es. gestione famiglia-lavoro).

Nella mia esperienza con coppie della Versilia, lavorare su questi “copioni di genere” è cruciale per rompere dinamiche disfunzionali.

 

Come l’Intimità Influenza (e viene Influenzata) dalla Relazione

L’intimità sessuale è un termometro della salute della coppia. Conflitti non risolti, routine logoranti o tradimenti congelano il desiderio. Al contrario, una relazione empatica e collaborativa lo riaccende.

 

Come la Psicoterapia di Coppia Può Aiutare: Strumenti Concreti

Nel mio studio a Forte dei Marmi, utilizzo un Approccio Integrato dell’Analisi Transazionale per:

  • Identificare i “Giochi Psicologici” che alimentano i conflitti (es. accuse reciproche su gestione finanziaria).
  • Lavorare sugli “Stati dell’Io” (Genitore, Adulto, Bambino) per riequilibrare i ruoli.
  • Creare rituali di connessione adatti allo stile di vita della Versilia (es. passeggiate serali sulla spiaggia).
  • Esplorazione dei Bisogni: Identificare cosa blocca il desiderio (es. aspettative non dette).
  • Comunicazione Efficace: Tecniche per esprimere emozioni senza attacchi.
  • Riavvio dell’Intimità: migliorare il modo di comunicare, esplicitando bisogni emotivi .

 

L’Analisi Transazionale nella Terapia di Coppia: Un Alleato per la Versilia

Questo metodo permette di:

  • Decodificare i messaggi inconsci (es. frasi come “Non mi ascolti mai” legate a bisogni infantili).
  • Riscrivere i “Contratti di Coppia”, adattandoli alle fasi della vita (es. genitorialità, pensionamento).
  • Gestire dinamiche comuni nelle coppie di imprenditori della zona, come la confusione tra ruolo lavorativo e relazionale.

Come Psicoterapeuta Analista Transazionale, utilizzo questo approccio per:

  • Analizzare i “giochi psicologici” che sabotano la coppia (es. dinamiche Genitore-Bambino).
  • Riscrivere i “copioni relazionali” ereditati dalle famiglie d’origine (utile per coppie multiculturali della Versilia).
  • Creare un nuovo “contratto emotivo” che bilanci autonomia e connessione.

Esempio: Una coppia di Massa con divergenze sulla gestione finanziaria ha ritrovato armonia lavorando sui rispettivi “stati dell’Io”. 

 

Vuoi Ritrovare la Sintonia con il Tuo Partner? Contattami a Forte dei Marmi

Se riconosci in queste righe alcune delle tue difficoltà, ti invito a non restare imprigionato nella frustrazione.

Un percorso terapeutico può fornire gli strumenti per comprendere te stesso, le tue emozioni e la tua modalità relazionale, contattami per 

  • Colloqui preliminari per valutare obiettivi e aspettative.
  • Percorsi brevi (6-10 incontri) focalizzati su comunicazione e intimità.

“Il desiderio si nutre di ascolto e complicità: insieme possiamo riaccenderlo.”

 

FAQ: Domande Frequenti Sulla Terapia di Coppia nella Zona di Forte dei Marmi

Quanto costa un percorso di terapia di coppia?
Le tariffe variano in base alla durata e agli strumenti utilizzati. Offro pacchetti personalizzati.

Come capire se una coppia è in crisi?
Qui potete leggere un mio precedente articolo "Crisi di Coppia: Come Riconoscerla e Gestirla"

Giovedì, 06 Febbraio 2025 11:34

Quando Serve la Terapia di Coppia?

Benvenuti sul blog di Federica Santucci, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale a Forte dei Marmi.

In questo articolo risponderò ad alcune domande comuni su come funziona la terapia di coppia, quando è utile e cosa aspettarsi da un percorso terapeutico. L’obiettivo è fornirvi informazioni chiare e rassicuranti, affinché possiate valutare se un supporto psicologico può essere la chiave per affrontare crisi relazionali e difficoltà di comunicazione.

 

Quando la terapia di coppia è inutile e quando serve?

Potrebbe sembrare controintuitivo, ma ci sono situazioni in cui la terapia di coppia potrebbe non essere la soluzione adatta. Ad esempio, se uno dei due partner rifiuta categoricamente qualsiasi tipo di confronto o se la relazione è già conclusa a livello emotivo e legale, investire in sedute di coppia può risultare poco produttivo. In questi casi, potrebbe essere più indicato un percorso individuale per elaborare eventi passati e costruire un nuovo equilibrio personale.

D’altra parte, la terapia di coppia è preziosa quando esiste ancora un legame significativo e la volontà di entrambi di lavorare sui problemi. Se prevale il desiderio comune di comprendersi, gestire i conflitti e ritrovare complicità, la relazione può trarre grandi benefici da un percorso strutturato con un professionista.

 

Coppia in crisi: meglio terapia di coppia o individuale?

La scelta tra terapia di coppia e terapia individuale dipende dalle specifiche esigenze della situazione. Se le tensioni principali emergono all’interno della relazione – comunicazione difficile, litigi ricorrenti, incomprensioni – un percorso di coppia è generalmente più indicato. Lavorare direttamente sulle dinamiche relazionali permette di affrontare in modo condiviso ciò che genera sofferenza.

Tuttavia, se una persona vive un forte disagio individuale (come depressione, ansia, dipendenze) o desidera elaborare traumi ed esperienze personali che non riguardano direttamente la relazione, può essere più efficace un percorso individuale. In molti casi, i due approcci – individuale e di coppia – possono coesistere e offrire una visione più completa della problematica.

 

Quando si ha bisogno di una terapia di coppia?

È consigliabile considerare la terapia di coppia quando:

  • I conflitti sono frequenti e incapaci di trovare una risoluzione costruttiva, generando un perenne clima di tensione.
  • Le divergenze comunicative provocano continui fraintendimenti e allontanamenti emotivi.
  • Compare un senso di distacco o freddezza, con una riduzione dell’intimità e della complicità.
  • Una crisi (tradimento, evento traumatico, perdita di lavoro, malattia) ha scosso l’equilibrio e si avverte la necessità di un sostegno professionale.
  • Si è convinti di voler salvare o migliorare la relazione, ma mancano strumenti e strategie efficaci per farlo.

 

Cosa aspettarsi da una terapia di coppia?

Durante le sedute, si lavora per individuare le dinamiche negative che innescano incomprensioni o conflitti, cercando al tempo stesso di potenziare le risorse e i punti di forza della relazione. Spesso si esplorano credenze, emozioni inespresse e ruoli all’interno della coppia, al fine di raggiungere un maggiore equilibrio e una comunicazione più autentica. L’obiettivo è facilitare un dialogo costruttivo e restituire una visione chiara dei bisogni di entrambi i partner.

 

Quanto dura una seduta e quanto dura un intero percorso?

In genere, ogni seduta di coppia dura circa 60-90 minuti. La frequenza può variare: all’inizio, potrebbe essere settimanale o quindicinale, per poi diradarsi una volta raggiunti i primi risultati. La durata complessiva di un percorso di coppia dipende dalla complessità dei problemi e dalla motivazione dei partner a impegnarsi nel processo di cambiamento. Solitamente, occorre qualche mese per stabilizzare nuove dinamiche, ma ogni coppia è unica e può differire nei tempi.

 

Come l’Approccio Terapeutico Integrato dell’Analisi Transazionale aiuta la coppia

Nel mio lavoro a Forte dei Marmi, utilizzo un approccio terapeutico integrato basato sull’Analisi Transazionale. Questo modello consente di esaminare come stati dell’Io (Bambino, Genitore, Adulto) e copioni relazionali influenzino il modo di gestire conflitti e relazionarsi con l’altro. Si imparano a riconoscere i messaggi interiori disfunzionali che ciascun partner può portare nella relazione e si lavora sulla comunicazione per ridurre i fraintendimenti.

Il percorso può includere esercizi di riconoscimento emotivo e comportamentale, registri di comunicazione e momenti di confronto costruttivo in seduta. In questo modo, i partner acquisiscono maggiore consapevolezza delle rispettive responsabilità e valorizzano le competenze relazionali, costruendo schemi più sani e stabili.

 

Un aiuto concreto per la vostra relazione

Affidarsi a una terapia di coppia è un atto di cura verso la propria relazione: un’occasione per guarire ferite, superare incomprensioni e ritrovare un punto d’incontro.

Spero che queste informazioni vi abbiano fornito una prospettiva chiara e rassicurante su quando e perché può essere utile iniziare un percorso.

Nel mio studio a Forte dei Marmi, offro incontri volti ad affrontare questi aspetti in un clima di rispetto e ascolto reciproco. Se sentite che potrebbe essere il passo giusto per voi, non esitate a contattarmi: sono qui per aiutarvi a individuare soluzioni concrete e restituire serenità alla vostra vita di coppia.

Ricordate: ogni crisi può diventare un’opportunità di crescita, purché ci sia la volontà di lavorarci insieme.

Un percorso di coppia ben strutturato può restituire fiducia, dare nuovo significato al legame e favorire una vita relazionale più autentica e soddisfacente.

Di Federica Santucci – Psicologa e Psicoterapeuta Analista Transazionale a Forte dei Marmi

Cosa Si Intende per Trauma Psicologico? Le Basi Scientifiche

Il trauma psicologico è una ferita emotiva non visibile, spesso legata a un evento che supera la nostra capacità di reagire. Secondo la teoria di Judith Herman, si tratta di “una rottura del senso di sicurezza e controllo”, che lascia cicatrici profonde su emozioni, relazioni e autostima.

Nella pratica clinica lavorare sul trauma significa aiutare pazienti a integrare memorie frammentate, soprattutto in un contesto turistico dove l’apparenza sociale può mascherare il disagio interiore.

 

Tipi di Traumi Psicologici:

  • Traumi Acuti: Eventi singoli e shockanti (es. un incidente sulla Statale 1, un lutto improvviso).
  • Traumi Cronici: Esposizione prolungata a stress (es. mobbing in alberghi di lusso della Versilia).
  • Traumi Complessi: Combinano entrambi, come abusi infantili o relazioni tossiche protratte nel tempo.

Un caso emblematico? Un giovane imprenditore che, dopo un fallimento aziendale, sviluppa attacchi di panico ogni volta che passa davanti alla sua ex attività.

 

Come Capire Se Hai Subito un Trauma: Sintomi Fisici ed Emotivi

Ecco i segnali più comuni che richiedono un supporto psicologico:

  • Fisici: Insonnia, tensioni muscolari croniche, disturbi gastrointestinali.
  • Emotivi: Flashback, ipervigilanza (es. controllare ossessivamente la serratura di casa).
  • Sociali: Evitare luoghi simbolo (come la spiaggia di Forte dei Marmi dopo un annegamento mancato).

 

Traumi Infantili e Conseguenze da Adulti: L’Impatto sulla Vita

Un trauma vissuto da bambini (es. genitori ipercritici, bullismo scolastico) può portare a:

  • Difficoltà nel gestire conflitti lavorativi 
  • Difficoltà a regolare le emozioni 
  • Difficoltà a dire dei no, tendenza a compiacere gli altri 
  • Assunzione di sostanze stupefacenti e comportamenti di dipendenza 
  • Ansia , panico , depressione 
  • Tendenza a relazioni disfunzionali, spesso osservata in pazienti under 40 

Un esempio? Una donna di 35 anni, cresciuta in una famiglia perfezionista che sviluppa disturbi alimentari per mantenere un’immagine “socialmente accettabile”.

 

Come Superare un Trauma: L’Approccio dell’Analisi Transazionale e dell’EMDR

Perché una Psicoterapeuta Analista Transazionale?

L’Analisi Transazionale lavora sugli “stati dell’Io” (Genitore, Adulto, Bambino) per:

  • Identificare copioni di vita disfunzionali nati da traumi passati.
  • Riscrivere dinamiche relazionali tipiche in contesti ad alta pressione sociale (es. professionisti del turismo).

EMDR a Forte dei Marmi: Cos’è e Come Funziona

L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una terapia evidence-based che:

  • Aiuta a “riprocessare” i ricordi traumatici tramite stimolazione bilaterale (movimenti oculari o tapping).
  • È ideale per chi cerca soluzioni mirate, come imprenditori o atleti della zona con poco tempo disponibile.

 

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Offro:

“Il trauma non è una condanna: con gli strumenti giusti, puoi riconquistare la tua serenità.”

 

Dove trovare uno psicologo specializzato in EMDR a Forte dei Marmi?

 Il mio studio si trova in via Antonio Gramsci 34 Cinquale 54038 (MS)

 

Quanto dura un percorso di terapia per traumi?

Dipende dal tipo di trauma: percorsi brevi (6-12 mesi) per traumi acuti, più lunghi per quelli complessi.

 

“Cosa direbbe tuo figlio se potesse urlare senza paura di essere giudicato? Cosa nasconde dietro quelle cuffie e quelle porte chiuse?”


Sono la Dott.ssa Federica Santucci, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale a Forte dei Marmi. Oggi parliamo di una realtà spesso invisibile: la depressione negli adolescenti, un’onda silenziosa che sommerge anche in un luogo incantevole come la nostra costa.


Cos’è la Depressione Adolescenziale? Un Terremoto Emotivo

La depressione non è “svogliatezza” o “fase passeggera”. È un disturbo complesso che altera pensieri, emozioni e comportamenti. Secondo l’OMS, il 10-20% degli adolescenti globalmente sperimenta sintomi depressivi, e in Italia 1 ragazzo su 4 under 18 dichiara di sentirsi spesso triste o senza speranza.

Sintomi da non sottovalutare:

  • Emotivi: Tristezza persistente, senso di vuoto, irritabilità, apatia.

  • Fisici: Affaticamento, disturbi del sonno (dormire troppo o troppo poco), cambiamenti nell’appetito.

  • Cognitive: Pensieri come “Non valgo nulla”, difficoltà di concentrazione, calo del rendimento scolastico, pensieri autolesivi o anticonservativi 

  • Comportamentali: Isolamento sociale, autolesionismo, abbandono di hobby.

A Forte dei Marmi, dove l’immagine della “vita perfetta” è spesso idealizzata, molti ragazzi mi confessano: “Tutti pensano che io sia fortunato, ma dentro mi sento un fantasma”.

 


Perché un Adolescente Sviluppa Depressione? Le Trappole Invisibili

La depressione non ha una causa unica, ma nasce da un intreccio di fattori:

  1. Pressione sociale e accademica: La competizione in scuole prestigiose, lo sport agonistico, o l’ansia da prestazione tipica di contesti elevati come Forte dei Marmi possono essere stimoli che attivano una risposta depressiva 

  2. Conflitti familiari: Divorzi, difficoltà relazionale tra e con i genitori , aspettative genitoriali schiaccianti (“Devi essere il migliore”).

  3. Bullismo e solitudine: Anche in una località vivace, molti ragazzi si sentono invisibili.

  4. Crisi d’identità“Chi sono? Cosa voglio?”: domande che diventano macigni in un’età fragile, possono essere stimoli per reazione depressiva 

  5. Social media: Il confronto con vite “perfette” online alimenta inadeguatezza.

Uno studio dell’Università di Milano (2023) rivela che il 40% degli adolescenti italiani ha vissuto episodi di ansia o depressione legati alla paura del giudizio sociale.

La depressione negli adolescenti è un fenomeno complesso che nasce dall'intreccio di molteplici fattori, ciascuno dei quali contribuisce a plasmare un quadro unico e personale. Durante l'adolescenza, i ragazzi si trovano in una fase di transizione critica, segnata da trasformazioni fisiche, emotive e sociali. Il cervello è ancora in sviluppo, in particolare la corteccia prefrontale, responsabile del controllo degli impulsi e della regolazione emotiva, rendendo i giovani meno attrezzati per gestire lo stress in modo equilibrato. Questo periodo di crescita è spesso accompagnato da una ricerca di identità, che può generare insicurezze, dubbi esistenziali e un'acuta sensibilità al giudizio altrui.

Fattori biologici giocano un ruolo significativo: squilibri nei neurotrmettitori come la serotonina o la dopamina possono alterare l'umore, mentre una predisposizione genetica può aumentare la vulnerabilità. Tuttavia, questi elementi raramente agiscono da soli. Aspetti psicologici, come la pressione a conformarsi a standard irrealistici di successo o bellezza—amplificati dai social media—possono erodere l'autostima. La costante comparazione con vite apparentemente perfette online alimenta un senso di inadeguatezza, trasformando il mondo virtuale in un terreno fertile per l'isolamento emotivo.

Il contesto sociale e familiare è altrettanto cruciale. Dinamiche conflittuali in famiglia, divorzi, o aspettative genitoriali eccessive creano un clima di tensione, mentre fenomeni come il bullismo o l'esclusione dal gruppo dei pari lasciano ferite profonde. A scuola, la competizione accademica e la paura del fallimento possono diventare un peso insostenibile, specialmente in culture che valorizzano la performance a ogni costo. Eventi traumatici, come lutti, abusi, o cambiamenti drastici (come un trasferimento), agiscono da catalizzatori, soprattutto se il giovane non ha strumenti per elaborarli.

Anche abitudini di vita squilibrate—come la mancanza di sonno, una dieta povera, o la sedentarietà—possono peggiorare la salute mentale, creando un circolo vizioso in cui il disagio emotivo si riflette sul corpo. La pandemia di COVID-19, con il suo carico di isolamento e incertezza, ha ulteriormente esacerbato queste fragilità, lasciando molti adolescenti in balia di un vuoto esistenziale.

Infine, la mancanza di supporto—per stigma culturale, scarsa consapevolezza, o limitato accesso a risorse psicologiche—spinge molti ragazzi a soffrire in silenzio. La depressione, dunque, non è mai il risultato di una sola causa, ma di un dialogo intricato tra vulnerabilità interne e pressioni esterne. Riconoscerne la multidimensionalità è il primo passo per offrire un aiuto efficace, che passi dall'ascolto empatico, dall'educazione emotiva e da un approccio integrato che coinvolga famiglia, scuola e comunità.

 


Psicoterapia Analitico-Transazionale: Costruire Ponti sul Vuoto

La Psicoterapia Analitico-Transazionale, ideata da Eric Berne, offre un approccio dinamico e accessibile per aiutare gli adolescenti a navigare le acque tumultuose della depressione. Questo metodo si concentra su tre elementi chiave: gli stati dell’Io (Genitore, Adulto, Bambino), i copioni di vita e le transazioni comunicative, tutti strumenti che possono essere particolarmente efficaci nel contesto adolescenziale, caratterizzato da fragilità identitarie e pressioni sociali.

Nel mio studio di Forte dei Marmi, utilizzo l’Analisi Transazionale (AT) per aiutare gli adolescenti a smascherare i “copioni” negativi e ritrovare la propria voce.

Molti adolescenti depressi portano dentro di sé un "Genitore Critico" interiorizzato—una voce che ripete messaggi come "Non sei abbastanza" o "Devi soddisfare le aspettative degli altri". Questa voce, spesso ereditata da figure autoritarie o da esperienze precoci, alimenta sentimenti di inadeguatezza e colpa.

Con l’AT, il terapeuta aiuta il ragazzo a riconoscere questa istanza interiore e a distinguerla dal proprio "Adulto" razionale e dal "Bambino" emotivo. Ad esempio, un adolescente che si sente schiacciato dalle aspettative accademiche dei genitori potrebbe scoprire che il suo malessere nasce da un copione come "Devo essere perfetto per essere amato". Attraverso il dialogo terapeutico, impara a rispondere: "Posso sbagliare e rimanere degno di affetto".

Riscrivere i Copioni di Vita: Dal "Senso di Fallimento" alla Libertà di Scelta

copioni di vita sono schemi inconsci sviluppati nell’infanzia che guidano comportamenti e aspettative. Per un adolescente depresso, questi copioni potrebbero suonare come "Sono invisibile" o "Non merito felicità".
L’AT lavora su questi copioni attraverso il Redecision Work: il terapeuta guida il ragazzo a rivisitare decisioni emotive prese in momenti di vulnerabilità (es. "Mi isolerò per non soffrire") e a sostituirle con scelte consapevoli. Un esempio? Un sedicenne che evita le amicizie per paura del rifiuto potrebbe, in terapia, decidere di "rischiare l’autenticità, anche se talvolta ferisce".

Migliorare le Transazioni: Relazioni più Sane, Meno Solitudine

La depressione negli adolescenti è spesso accompagnata da isolamento sociale e difficoltà comunicative. L’AT analizza le transazioni—gli scambi verbali e non verbali con gli altri—per identificare dinamiche disfunzionali.
Ad esempio, un ragazzo che risponde sempre con sarcasmo ("Bambino Ribelle") alle preoccupazioni dei genitori ("Genitore Protettivo") potrebbe apprendere modalità di dialogo più autentiche, usando lo stato dell’Io Adulto"Mi sento incompreso quando mi parlate in quel modo". Questo migliora le relazioni, riducendo il senso di alienazione.

Coltivare l’Autonomia Emotiva: Dal Vittimismo alla Responsabilità

Uno dei pilastri dell’AT è l’idea che ogni individuo ha il potere di cambiare il proprio copione, anche quando il contesto esterno è difficile. Per un adolescente depresso, spesso travolto da un senso di impotenza, questo principio è rivoluzionario.
Il terapeuta lo guida a riconoscere che, mentre non può controllare le circostanze (es. un divorzio familiare), può scegliere come reagire. Un esempio pratico: una ragazza che si sente "vittima" del bullismo scolastico impara a passare da "Non posso farci nulla" a "Posso chiedere aiuto e proteggere il mio spazio".

Storie di Trasformazione

  • Marco, 15 anni: Soffriva di attacchi di panico e ritiro sociale. L’AT ha rivelato un copione basato sul messaggio "Devo essere forte per non deludere mio padre". Riscrivendolo, ha imparato a dire: "Posso mostrare fragilità e ricevere supporto". Oggi partecipa a un gruppo teatrale a scuola.

  • Sofia, 17 anni: Bloccata da perfezionismo tossico ("Se non sono la migliore, non valgo"), ha lavorato sul suo "Genitore Critico" e ha scoperto il piacere di attività creative senza giudizio, come dipingere.

Perché la Psicoterapia Analitico-Transazionale Funziona con gli Adolescenti?

  • Linguaggio semplice e concreto: L’AT evita termini tecnici, usando metafore come "copioni" o "giochi psicologici", che risuonano con la sensibilità adolescenziale.

  • Focus sul presente: Pur esplorando il passato, l’AT si concentra su "cosa possiamo cambiare ora", dando un senso di controllo immediato.

  • Empowerment: Insegna che le emozioni non sono nemici da combattere, ma segnali da ascoltare.

 

Volendo schematizzare e semplificare ecco come lavoro:

1. Analisi degli Stati dell’Io: Chi Sta Guidando la Loro Mente?

  • Genitore Interiorizzato“Devi essere il primo della classe per farci felici”.

  • Bambino Ribelle o Sottomesso: Reagire con rabbia o ritiro alle pressioni.

  • Adulto Consapevole: Aiutiamo i ragazzi a sviluppare uno spazio interiore dove dire: “Posso scegliere cosa è giusto per me”.

2. Smontare i “Giochi” Relazionali

Eric Berne definiva “giochi” quelle dinamiche che mantengono la sofferenza. Esempio comune negli adolescenti:

  • “Non sono abbastanza”: Il ragazzo si convince di essere un fallimento, rifiutando ogni complimento.
    In terapia, sostituiamo questi giochi con dialoghi autentici, dove i bisogni si esprimono senza vergogna.

3. Redecision Work: Cambiare le Decisioni Infantili

Molti copioni depressivi nascono da decisioni prese nell’infanzia. Esempio: Luca, 15 anni, credeva “Non merito amore se non vinco le gare di tennis” (copione legato alle aspettative del padre). Con l’AT, ha imparato a dire: “Valgo anche quando perdo”.

4. Contratti Terapeutici “Su Misura”

Creiamo obiettivi concreti e simbolici:

  • “Scrivere una canzone o un diario per esprimere emozioni represse”.

  • “Fare una passeggiata sul lungomare di Forte dei Marmi con un amico, senza usare il telefono”.

 


Strategie Pratiche per Genitori e Ragazzi: Piccoli Passi per Uscire dall’Ombra

  1. Il Potere della Routine:
    Strutturare la giornata con orari regolari (studio, pasti, sonno) dà stabilità. Anche un semplice rituale come “20 minuti di disegno dopo cena” crea ancore emotive.

  2. Nature First:
    La spiaggia di Forte dei Marmi è una terapia naturale. Prova a:

    • Raccogliere conchiglie come metafora di “raccogliere pensieri positivi”.

    • Respirare con il ritmo delle onde (4 secondi inspiro, 4 espiro).

  3. Creare un “Diario delle Emozioni Nascoste”:
    Scrivi senza filtri: “Oggi mi sento…”, “Cosa vorrei urlare?”. Bruciare le pagine dopo averle scritte può simboleggiare il lasciar andare il dolore.

  4. Coinvolgere la Famiglia:
    Genitori: provate a dire “So che stai affrontando tanto. Come posso aiutarti?” anziché “Perché non sei come gli altri?”.

  5. Arte e Movimento:
    Ballare, dipingere, o fare surf a Forte dei Marmi: il corpo può esprimere ciò che le parole non dicono.


Un Messaggio per te che Leggi: Il Buio Non è Per Sempre

Cari ragazzi, la depressione non è colpa vostra. È come una nebbia che offusca la bellezza del nostro mare: temporanea, anche se ora sembra eterna. Chiedere aiuto non è debolezza, ma il coraggio di accendere una luce.

Cari genitori, non siete soli. Nel mio studio a Forte dei Marmi, accompagno famiglie a:

  • Comprendere i copioni che bloccano i ragazzi.

  • Costruire dialoghi che guariscono, non che feriscono.

  • Ritrovare la speranza, passo dopo passo.

Invito all’Azione:

  • Prenota un colloquio riservato nel mio studio di Forte dei Marmi (Via [Indirizzo]).

  • Scarica la guida gratuita “10 Frasi per Parlare con un Adolescente Depresso” dal sito [link].

Ricorda: Anche la notte più lunga finisce con l’alba. A Forte dei Marmi, come nella vita, le onde portano via le cose vecchie e portano nuove conchiglie. Tu sei prezioso, proprio come quelle che brillano sotto il sole.

Dott.ssa Federica Santucci
Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale

Lunedì, 03 Febbraio 2025 15:12

Depressi senza motivo?

Benvenuti sul mio blog. Sono la Dott.ssa Federica Santucci, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale, e da anni supporto adulti e adolescenti nel mio studio a Forte dei Marmi. In questo articolo, vorrei parlarvi della depressione e di come possa manifestarsi sotto forma di crisi esistenziali, senso di vuoto e momenti in cui tutto sembra perdere significato.

 

I sintomi della depressione

La depressione è un disturbo dell’umore che spesso si manifesta con:

  • Tristezza persistente: un senso di malinconia che non accenna a diminuire, anche di fronte a eventi positivi.
  • Perdita di interesse o piacere: attività prima amate diventano prive di significato e non suscitano più entusiasmo.
  • Vivere la depressione come esperienza: ci si sente spenti, senza forza o motivazione, con la percezione che la vita sia un fardello.
  • Come viene percepita la depressione: alcune persone descrivono un “vuoto interiore”, altre un senso di peso costante, difficile da spiegare a chi non lo prova.
  • Calo di energia e stanchezza costante.
  • Difficoltà di concentrazione e decisione.
  • Cambiamenti nell’appetito o nel sonno.

 

Lo stigma sociale e la crisi personale

Spesso chi vive una crisi depressiva avverte un senso di vergogna dettato dallo stigma sociale, come se chiedere aiuto fosse un segno di debolezza. In realtà, la depressione può toccare chiunque, indipendentemente dall’età o dallo status. Il senso di vuoto, l’incapacità di reagire davanti alle difficoltà, la solitudine anche quando si è in compagnia, sono tutti indicatori di un malessere profondo, che non deve mai essere minimizzato.

 

Concentrarsi sulle “cause” e non sulle “ragioni”

A volte cerchiamo di trovare “ragioni” che giustifichino il nostro stato depressivo, ma in realtà è più importante focalizzarsi sulle “cause”, spesso meno immediate e più radicate. La depressione può emergere in situazioni di cambiamento drastico, di stress cronico, di difficoltà relazionali non elaborate o a seguito di traumi psicologici. Inoltre, ci sono Alcuni fattori che contribuiscono alla depressione, come una predisposizione familiare o certi tratti di personalità (come la perfezione, la bassa autostima o la tendenza a interiorizzare le emozioni).

 

La psicoterapia contro la depressione

Nel mio approccio, utilizzo la Psicoterapia Analitico-Transazionale per aiutare chi soffre di depressione. Questa forma di intervento si focalizza sul concetto di copione di vita e sugli stati dell’Io (Bambino, Adulto, Genitore) che influenzano i nostri pensieri e comportamenti. Ecco alcuni esempi di tecniche e approcci:

  • Esplorazione del copione: identificare i messaggi impliciti ricevuti nell’infanzia che possono condurre verso schemi depressivi, come la convinzione di non essere all’altezza.
  • Analisi delle transazioni emotive: comprendere come ci relazioniamo con gli altri e con noi stessi, e in che modo queste interazioni possano alimentare sentimenti di colpa o di inutilità.
  • Ristrutturazione degli stati dell’Io: imparare a distinguere le voci critiche interne (il “Genitore critico”) da quelle oggettive o supportanti (il “Genitore affettivo” e l’“Adulto”).
  • Condivisione e contratti terapeutici: stabilire obiettivi concreti, come “migliorare la qualità del sonno” o “riprendere alcune attività piacevoli”, in modo da lavorare in modo focalizzato sulle proprie risorse.

 

Consigli e strategie per affrontare la depressione

Oltre al percorso psicoterapeutico, ecco alcuni suggerimenti utili per gestire i momenti più difficili:

  • Supporto sociale: cerca di parlare con amici, parenti o colleghi di fiducia. Se ti senti giudicato, non esitare a cercare gruppi di auto-aiuto in cui condividere esperienze.
  • Routines salutari: dedicare un po’ di tempo ogni giorno a un’attività fisica leggera, un’alimentazione equilibrata e momenti di relax contribuisce a lenire i sintomi depressivi.
  • Esercizi di mindfulness: praticare la consapevolezza nel “qui e ora” aiuta a ridurre circoli viziosi di pensieri negativi.
  • Gestione dello stigma: ricordati che la depressione non è un fallimento personale, ma un disturbo che richiede attenzione, cura e comprensione.

Non sei solo: condividere i propri sentimenti, chiedere sostegno e rivolgersi a un professionista rappresentano i primi passi per ritrovare speranza e riscoprire la forza che hai dentro.

 

Quando e dove cercare aiuto

Nel mio studio a Forte dei Marmi (LU), offro percorsi personalizzati di Psicoterapia Analitico-Transazionale studiati per aiutare ciascuno a comprendere la propria storia, a sciogliere nodi emotivi e a ritrovare un senso di valore personale.

Chiedere aiuto è fondamentale per superare la depressione e tornare a vivere con maggiore serenità.

Ti invito a contattarmi se senti il bisogno di un confronto professionale, di un sostegno mirato e di un luogo sicuro in cui esplorare la tua vita interiore. Insieme, potremo lavorare sulle cause profonde, trasformando il senso di vuoto in uno spazio di crescita e scoperta di te stesso.

Ricorda: la depressione non è una condanna, ma una sfida che si può affrontare. Ogni passo verso la consapevolezza è un passo verso la libertà emotiva e il benessere.

“Cosa resta quando hai tutto, ma dentro senti di non avere niente?”

Questa domanda, che mi è stata posta da molte persone durante una seduta nel mio studio di Forte dei Marmi, racchiude il paradosso di una depressione invisibile ma profondamente logorante: quella che colpisce chi, apparentemente, “ce l’ha fatta”.

Sono la Dott.ssa Federica Santucci, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale, e oggi voglio accompagnarvi in un viaggio per comprendere come il vuoto esistenziale possa insinuarsi.


Cos’è la Depressione? Il Mare in Tempesta dentro di Noi

La depressione non è semplice tristezza. È un’onda oscura che cancella i colori della vita, lasciando un senso di apatia, impotenza e disconnessione dal mondo.

Chi ne soffre spesso descrive un “dolore senza ferite”, come camminare sulla spiaggia di Forte dei Marmi al tramonto, circondati da bellezza, ma incapaci di sentirne il calore.

Secondo l’OMS, 280 milioni di persone nel mondo convivono con la depressione. Eppure, nelle realtà economicamente privilegiate come la nostra, molti casi rimangono sommersi: professionisti, imprenditori o manager che, dietro un’immagine impeccabile, nascondono un’angoscia silenziosa. “Ho una villa sul mare, ma mi sento in prigione”, mi ha confessato un paziente.


Perché il Successo Non Basta? Le Radici del Vuoto Esistenziale

La depressione nasce da un conflitto tra ciò che abbiamo e ciò che siamo, tra l’identità sociale e l’essenza autentica. Ecco le situazioni che spesso alimentano questa crisi:

  1. La Trappola del Perfezionismo
    Spesso il successo diventa un’ossessione. Si lavora per mantenere un’immagine, non per realizzare sé stessi. Il copione interiore (nella Psicoterapia Analitico-Transazionale) diventa: “Devo essere perfetto per essere accettato”.

  2. Relazioni Superficiali
    Le connessioni autentiche sono spesso sostituite da reti sociali basate sull’interesse o sull’apparenza. Il risultato? Un isolamento emotivo che ferisce più della solitudine fisica.

  3. Crisi di Significato
    Dopo anni a inseguire obiettivi materiali, molti si chiedono: “Per chi o per cosa lo sto facendo?”. Senza una risposta, il vuoto diventa un abisso.

  4. Traumi Non Elaborati
    Successi raggiunti per compensare ferite d’infanzia—come l’abbandono o il giudizio—creano un’identità fragile. “Sono amabile solo se vinco” è un copione che, prima o poi, crolla.


Psicoterapia Analitico-Transazionale: Ritrovare Sé Stessi Oltre le Maschere

Nel mio studio a Forte dei Marmi, utilizzo l’Analisi Transazionale (AT) per aiutare le persone a smontare i copioni tossici e riscrivere la propria storia interiore. Ecco come funziona:

1. Analisi degli Stati dell’Io: Chi Sta Guidando la Tua Vita?

Ognuno di noi agisce attraverso tre stati dell’Io:

  • Genitore Interiorizzato: Le voci critiche che ripetono “Non sei abbastanza”.

  • Bambino Ferito: Le emozioni represse (paura, vergogna) che guidano scelte impulsive.

  • Adulto Consapevole: La parte razionale che può riprendere il controllo.

Con l’AT, identifichiamo quale stato domina. Ad esempio, un manager che lavora 14 ore al giorno potrebbe scoprire di obbedire a un Genitore Esigente (“Devi produrre per valere”), trascurando il Bambino Bisognoso (“Ho bisogno di riposo”).

2. Redecision Work: Cambiare il Finale del Copione

I “copioni” sono storie inconsce che scriviamo da bambini. Un paziente, ad esempio, aveva il copione “Sarò ricco così finalmente mi ameranno”, ereditato da un padre giudicante. In terapia, ha imparato a dire: “Merito amore anche senza dimostrare nulla”.

3. Ristrutturare le Carezze: Imparare a Ricevere

Nell’AT, le “carezze” sono riconoscimenti. Chi è depresso spesso cerca carezze negative (es. lavorare fino allo sfinimento per un complimento). Insegniamo a valorizzare carezze autentiche: un abbraccio, un “Grazie per esserci”, anche una passeggiata solitaria sul molo di Forte dei Marmi, ascoltando il mare.

4. Esempi dal Mio Studio

  • Carlo, 50 anni, imprenditore: Dopo un crollo depressivo, ha scoperto che il suo copione era “Devo salvare tutti tranne me stesso”. Oggi dedica tempo all’arte, riscoprendo una passione sepolta.

  • Laura, 38 anni, avvocato: Bloccata dal perfezionismo, ha lavorato sul suo Bambino Adattato (“Devo essere la migliore”) e ha imparato a dire “Posso sbagliare e restare umana”.


Strategie Quotidiane: Piccoli Passi verso la Luce

  1. Camminate Terapeutiche sul Lungomare
    La natura è un co-terapeuta. Cammina a piedi nudi sulla spiaggia di Forte dei Marmi, concentrandoti sui sensi: la sabbia sotto i piedi, il rumore delle onde, il profumo del sale.

  2. Il Diario delle Emozioni Nascoste
    Scrivi senza filtri: “Oggi mi sento…”, “Cosa mi manca davvero?”. Brucia le pagine dopo averle scritte, simbolo di lasciar andare il peso.

  3. Rituali di Autocompassione
    Ogni mattina, davanti allo specchio, ripeti: “Merito gentilezza, anche se oggi non sono produttivo”.

  4. Connessioni Autentiche
    Partecipa a eventi locali a Forte dei Marmi—un corso di cucina, un gruppo di lettura—per costruire relazioni basate su interessi comuni, non sul status.


Un Messaggio per Te che Leggi: La Luce Esiste, Anche nelle Notti più Cupe

La depressione è come una nebbia che ci avvolge e soffoca l'anima. Chiedere aiuto non è una sconfitta, ma il primo atto di coraggio verso la libertà.

Nel mio studio a Forte dei Marmi, accompagno persone a:

  • Sciogliere i nodi dei copioni che imprigionano.

  • Ritrovare un senso autentico, oltre le maschere del successo.

  • Imparare che la vita non è una performance, ma un viaggio da vivere con pienezza.

 

Se desideri maggiori informazioni o un confronto

Ricorda: Anche il mare più agitato torna alla calma. A Forte dei Marmi, come dentro di te, c’è sempre un approdo sicuro. Non sei solo.

Dott.ssa Federica Santucci
Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale
 Studio di Forte dei Marmi 
 “Insieme, possiamo trasformare il vuoto in uno spazio per rinascere”


“Una coppia è come il mare di Forte dei Marmi: a volte calmo e cristallino, a volte agitato da onde imprevedibili. Ma anche nelle tempeste, si può imparare a navigare insieme.”


Cari lettori, sono la Dott.ssa Federica Santucci, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale a Forte dei Marmi.

Oggi esploriamo un tema delicato ma cruciale: i problemi relazionali e di coppia, e come trasformarli in opportunità di crescita.

 


Cos’è una Coppia? Un Sistema Dinamico in Equilibrio Precario

Una coppia è un sistema vivo, dove due individui costruiscono un dialogo tra bisogni, valori e aspettative. Non è un “per sempre” statico, ma un viaggio in cui si alternano complicità, conflitti e aggiustamenti. Secondo l’ISTAT, 1 matrimonio su 3 in Italia si scioglie, e le cause spesso risiedono in dinamiche non gestite:

  • Comunicazione inefficace: “Non mi ascolti più” sostituisce il “Ti amo” iniziale.

  • Conflitti cronici: Litigi su figli, finanze o intimità che si ripetono come un disco rotto.

  • Crisi esterne: Stress lavorativo, lutti, cambiamenti (es. trasferimenti, pensionamento).

A Forte dei Marmi, dove il turismo e il ritmo estivo possono amplificare lo stress, molte coppie mi raccontano: “In vacanza litighiamo di più, non ci riconosciamo più”.

 


Quando la Crisi Porta alla Separazione: Segnali da Non Ignorare

Non tutte le crisi sono distruttive, ma alcuni campanelli d’allarme indicano un rischio concreto:

  1. Mancanza di fiducia: Tradimenti, segreti, o la sensazione di camminare su un ponte sospeso.

  2. Ritiro emotivo: Preferire una passeggiata solitaria sulla spiaggia di Forte dei Marmi al dialogo.

  3. Critiche tossiche: Attacchi alla persona (“Sei egoista”) anziché al comportamento (“Mi ferisci quando non mi ascolti”).

  4. Assenza di progetti comuni: Vivere come coinquilini, senza sognare il futuro.

Uno studio della Società Italiana di Psicoterapia rileva che il 68% delle separazioni nasce da conflitti non risolti in anni, non da eventi improvvisi.

 


Psicoterapia Analitico-Transazionale: Riparare la Barca, Non Gettarsi in Mare

L’Analisi Transazionale (AT), il mio approccio di riferimento, offre strumenti concreti per decodificare i “giochi” relazionali e riscrivere i copioni disfunzionali. Ecco come lavoro con le coppie nel mio studio di Forte dei Marmi:

1. Analisi degli Stati dell’Io: Chi Sta Parlando?

  • Genitore Critico: “Dovresti essere più presente!” (giudizi colpevolizzanti).

  • Bambino Ribelle: “Non mi importa, fai come vuoi!” (reazioni impulsive).

  • Adulto Consapevole: “Cosa possiamo fare per migliorare?” (dialogo costruttivo).
    Identificare chi “prende il microfono” durante i litigi aiuta a ripristinare un dialogo maturo.

2. Smascherare i Giochi Psicologici

Eric Berne definiva “giochi” quelle dinamiche in cui le coppie si incastrano, come:

  • “Perché non… Sì, ma”: Uno propone soluzioni, l’altro le smonta. Risultato? Frustrazione reciproca.

  • “Guardia e Ladro”: Uno controlla (es. spese, tempo), l’altro si ribella con silenzi o bugie.

In seduta, insegniamo a sostituire i giochi con transazioni autentiche, dove i bisogni si esprimono senza maschere.

3. Redecision Work: Cambiare il Finale del Copione

Molte coppie ripetono schemi appresi in famiglia. Esempio: Marco e Sara, sposati da 10 anni, litigavano sempre prima delle vacanze. Con l’AT, scoprirono di replicare il copione “Nella mia famiglia non ci si rilassa mai”. Riscrivendolo, impararono a vivere il tempo libero come un’opportunità di connessione, non di ansia.

4. Contratti Terapeutici: Obiettivi Chiari, Passi Misurabili

Definiamo insieme “patto” per la coppia, come:

  • “Passare 30 minuti al giorno senza telefoni, magari camminando sul lungomare di Forte dei Marmi”.

  • “Organizzare un appuntamento settimanale per parlare di bisogni emotivi”.


Strategie Pratiche per Gestire l’Ansia nella Vita di Coppia

  1. La Passeggiata Consapevole:
    Camminate insieme sulla spiaggia di Forte dei Marmi, sincronizzando i passi e il respiro. La natura è un potente alleato per ridurre il cortisolo.

  2. Il Diario delle Emozioni Condiviso:
    Scrivete separatamente cosa vi ha ferito o emozionato nella giornata, poi leggetelo a turno senza interrompervi.

  3. Il Time-Out Vincolato:
    In caso di litigi accesi, concordate una pausa (es. 1 ora) e riprendete il dialogo dopo esservi calmati. Usate quel tempo per una nuotata o un caffè in piazza a Forte dei Marmi.

  4. Esercizio dei 3 Bisogni:
    A turno, completate la frase: “Oggi avrei bisogno di…” (es. “Una carezza”, “Un momento di silenzio”).


Un Messaggio per Te che Leggi: La Crisi è un’Opportunità, Non una Condanna

Le relazioni, come le maree di Forte dei Marmi, hanno fasi di alta e bassa marea. La differenza sta nel coraggio di chiedere aiuto quando ci si sente travolti.

Nel mio studio a Forte dei Marmi, accompagno le coppie a:

  • Riconoscere i copioni che intrappolano.

  • Riscoprire il linguaggio dell’ascolto e dell’intimità.

  • Trasformare le crisi in punti di svolta.

 

Ricorda: Una coppia che chiede aiuto non è una coppia fallita, ma una coppia che lotta per ritrovarsi. E a Forte dei Marmi, anche dopo la burrasca, il sole torna sempre a splendere sul mare.

 

Dott.ssa Federica Santucci
Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale
? Studio di Forte dei Marmi – via Antonio Gramsci 34 Cinquale 54038 (MS).
? “Costruiamo insieme relazioni che resistono alle onde della vita”


 

“Cosa diresti se ti confessassi che, a volte, il mio cuore batte così forte da sembrare un tamburo in guerra con il mondo?”
L’ansia non è solo un disturbo individuale: è una tempesta che investe chi sta accanto. Secondo l’OMS, 1 persona su 5 nel mondo vive con l’ansia, e chi le è vicino spesso si chiede: “Come posso aiutare senza perdermi?”. Questo articolo è una mappa per navigare insieme, senza annegare.


L’Ansia Non è una Scelta: Capire la Tempesta Interna

L’ansia è come un allarme che suona a vuoto: una risposta fisiologica a minacce spesso invisibili. 3,6% della popolazione globale ne soffre in forma clinicamente significativa, con sintomi che vanno dalla tachicardia ai pensieri catastrofici. “Mi sento in trappola, anche se so che non ha senso”, racconta Laura, 29 anni.

Perché è così difficile conviverci?

  • Il cervello in tilt: L’amigdala, centro della paura, rimane iperattiva, come un antifurto bloccato su “allarme”.

  • Bias cognitivo negativo (Beck e Clark, 1997): La mente si fissa sugli scenari peggiori, trasformando un intoppo in un disastro.

  • Intolleranza all’incertezza (Dugas, 1998): Cambiamenti minimi scatenano caos interiore.


Le Sfide Nascoste: Cosa Significa Stare Accanto a una Persona Ansiosa

Vivere con chi combatte l’ansia è come ballare su un campo minato emotivo. Ecco le trappole più comuni:

  1. “Devi salvarmi!” – La Richiesta di Supporto Costante
    L’ansia prosciuga energie: la persona cerca rassicurazioni infinite, ma ogni “va tutto bene” viene divorato dal dubbio. Non è egoismo: è esaurimento.

  2. Decisioni Impulsive e Rimpianti
    Uno studio dell’Università dell’Illinois mostra come l’ansia riduca la capacità di pianificare. Una cena annullata all’ultimo momento, un acquisto folle… Sono errori dettati dalla paura, non dalla leggerezza.

  3. Il Muro contro i Cambiamenti
    Spostare un mobile o parlare di vacanze può scatenare panico. Per chi è accanto, è frustrante: “Perché reagisci così a una sciocchezza?”.


Strategie per Restare Uniti Senza Spezzarsi: 6 Passi Empatia-Driven

1. Vedere Oltre l’Ansia: Scopri la Persona, Non il Disturbo

Come insegnava Carl Rogers, “Dietro ogni comportamento c’è un bisogno”. Chiediti: Cosa sta cercando di comunicare? Sicurezza? Affetto?. Annota tre qualità della persona oltre l’ansia (es. creatività, sensibilità).

2. Crea un Porto Sicuro: Meno Stimoli, Più Ascolto

  • Ambiente fisico: Luce soffusa, musica rilassante, niente discussioni importanti mentre si cucina.

  • Ascolto attivo: Prova il metodo Rosenberg: “Mi sembra che tu ti senta… È corretto?”. Evita i “ma” e i consigli non richiesti.

3. Accetta l’Irrazionalità Senza Giudizio

Dire “Non è logico preoccuparsi così” è come versare benzina sul fuoco. Prova invece: “Immagino quanto sia spaventoso. Sono qui”.

4. Trasforma l’Impulsività in Azione Costruttiva

Se l’ansia porta a scelte avventate, usa domande gentili per rallentare:

  • “Cosa ti fa pensare che questa sia l’unica opzione?”

  • “Possiamo esplorare un piano B insieme?”

5. Introduci il Cambiamento a Piccole Dosi

Vuoi convincerla a provare yoga? Inizia con “Facciamo 10 minuti di stretching, solo per divertirci”. Celebra ogni micro-successo.

6. Usa il Corpo per Calmare la Mente

Attività fisica (Journal of Psychiatric Research): Una camminata di 20 minuti riduce il cortisolo. Prova il “walk and talk”: discutete di problemi mentre camminate, il movimento scioglie le tensioni.


Quando Serve un Esperto: Il Ruolo della Psicoterapia

Supportare non significa fare da terapeuta. Un supporto psicologico aiuta a identificare pensieri tossici e sostituirli con strategie concrete. Tecniche come la mindfulness o il training autogeno riaddestrano il cervello alla calma.

Come suggerirlo senza ferire?

  • “Ho notato che stai affrontando tanto. Cosa ne pensi di parlarne con qualcuno che può aiutarti?”

  • Condividi storie di successo: “Un mio amico ha trovato utile…”.


Il Segreto che Nessuno Ti Dice: L’Ansia può Rafforzare le Relazioni

Viktor Frankl scriveva: “Tra stimolo e risposta c’è uno spazio: in quel spazio sta la nostra libertà”. Vivere con l’ansia insegna a scegliere risposte consapevoli, non reazioni automatiche.

Invito all’Azione:

  • Prova un esercizio insieme: La prossima volta che l’ansia bussa, scrivete su un foglio: “Cosa temiamo davvero? Qual è la prova che non accadrà?”.

     

Ricorda: L’ansia può essere il vento che disperde le foglie, o quello che fa volare gli aquiloni. Scegliete insieme da che parte stare.

Dott.ssa Federica Santucci
Psicologa Clinica e Psicoterapeuta

“Costruiamo ponti, non muri, anche nelle tempeste emotive”

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