Mi chiamo Federica Santucci e sono una Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale CTA EATA, nonché Terapeuta EMDR, attiva a Forte dei Marmi. Nel corso della mia esperienza, ho potuto osservare quanto la paura di non farcela ad affrontare un cambiamento sia pervasiva in molte persone, indipendentemente dall’età, dal contesto di vita o dalla situazione specifica. Il cambiamento, infatti, è intrinseco alla nostra esistenza e può manifestarsi in molte forme: una nuova relazione, la nascita di un figlio, un trasferimento, la perdita o il cambiamento del lavoro, l’inizio di un percorso di studi, un matrimonio, una separazione o semplicemente la necessità di modificare abitudini consolidate da tempo. Ciascuno di questi passaggi può portare con sé ansie, dubbi e un senso di instabilità che ci fa chiedere se saremo davvero in grado di reggere l’urto e di “farcela”.
La psicologia ci insegna che la paura del cambiamento, quando diventa eccessiva o paralizzante, merita ascolto e comprensione profonda. Spesso, infatti, è frutto di meccanismi radicati nella nostra storia di vita, nelle esperienze relazionali pregresse e nelle convinzioni che alimentano la nostra immagine di noi stessi. Comprendere questi aspetti, e imparare a contrastare la paura di non farcela, può rappresentare un passo fondamentale verso una maggiore serenità e uno sviluppo personale più pieno. In questo articolo, voglio offrirvi un approfondimento su alcuni temi chiave legati alla paura di non farcela ad affrontare un cambiamento, rispondendo a domande che spesso mi vengono poste nel mio lavoro clinico.
Quali sono i sintomi della paura del cambiamento in psicologia?
Quando lavoro con pazienti preoccupati di non riuscire a gestire una nuova fase della loro vita, noto frequentemente alcuni sintomi e segnali. Spesso la persona sperimenta un’ansia anticipatoria che si manifesta con irrequietezza, difficoltà di concentrazione e rimuginio costante su tutti i possibili scenari negativi associati al cambiamento. Il sonno può risultare compromesso, a causa dei pensieri ricorrenti che emergono durante la notte. A volte, si possono avvertire sintomi fisici quali tachicardia, tensione muscolare, una sensazione di “nodo alla gola” o disturbi gastrointestinali. In certi casi, la paura genera una forma di autoboicottaggio, per cui si preferisce rimandare a tempo indeterminato la decisione o il passo da compiere, nella speranza che il problema svanisca da solo.
A Forte dei Marmi, come in qualsiasi altra città, mi capita di incontrare persone che sembrano “bloccate” di fronte a eventi rilevanti della loro vita. Il corpo e la mente inviano segnali di allarme, come se l’individuo stesse per lanciarsi in un precipizio senza alcuna garanzia di sicurezza. Dal punto di vista psicologico, questa reazione può derivare sia da esperienze passate in cui ci si è sentiti giudicati o impotenti, sia da un’educazione che non ha favorito lo sviluppo di un sano senso di autoefficacia. In molti casi, l’ansia del cambiamento diventa un vero e proprio ostacolo alla realizzazione personale, rischiando di alimentare sentimenti di sconfitta e di bassa autostima.
Come si chiama la paura di non farcela?
Non esiste una singola etichetta univoca per definire la paura di non farcela, ma esistono termini che descrivono stati d’animo correlati. Alcuni parlano di Atefobia, intesa come l’intensa preoccupazione di fallire o di non essere all’altezza. Altri riferimenti vertono sulla cosiddetta Kakorrhaphiophobia, che indica la paura persistente del fallimento e del giudizio altrui. Più generalmente, in psicologia usiamo espressioni come ansia da prestazione o “timore di non essere all’altezza”. Al di là del nome specifico, ciò che conta è comprendere che ci troviamo di fronte a una forma di paura che ha come oggetto il nostro valore personale e la nostra capacità di adattarci a situazioni nuove o sfidanti.
È fondamentale prestare attenzione a questo aspetto perché, se la paura di non farcela diventa cronica, può condizionare la nostra vita a diversi livelli, dalle scelte di carriera a quelle sentimentali. Spesso, chi è preda di questa paura finisce per sviluppare una bassa autostima e un atteggiamento rinunciatario, accontentandosi di soluzioni “troppo sicure” per non dover mettersi in gioco. Nel mio studio, lavoro con i pazienti per riconoscere e smantellare gli schemi mentali che alimentano questa fobia del fallimento, proponendo percorsi di psicoterapia individuale a Forte dei Marmi in cui l’Analisi Transazionale e l’EMDR possono offrire strumenti concreti di rielaborazione emotiva.
Perché non riesco ad accettare i cambiamenti?
Capita spesso che mi venga chiesto: “Perché non riesco ad accettare i cambiamenti?”. La risposta, nella maggior parte delle situazioni, è complessa e personale, perché riguarda la storia di vita e i meccanismi di difesa che abbiamo sviluppato nel tempo. Il cambiamento ci obbliga a distaccarci da situazioni familiari o da abitudini che, pur essendo disfunzionali, forniscono un senso di stabilità e sicurezza. Rinunciare a ciò che conosciamo significa metterci in una condizione di vulnerabilità, ed è normale provare resistenza.
Inoltre, non dimentichiamo che l’ambiente familiare e l’educazione ricevuta influiscono molto. Se, nella nostra infanzia o adolescenza, la novità è stata vissuta con tensioni o giudizi, potremmo aver imparato a interpretare ogni cambiamento come potenzialmente minaccioso. A volte, ciò è connesso a piccoli o grandi traumi passati che hanno lasciato un segno significativo nella nostra sfera emotiva. In questi casi, un percorso di supporto psicologico orientato a rielaborare tali esperienze, anche attraverso la Terapia EMDR, può risultare molto utile per sciogliere questi nodi e iniziare ad accogliere il cambiamento come un’opportunità evolutiva piuttosto che come una minaccia.
Come affrontare la paura del cambiamento
Per affrontare la paura del cambiamento, è importante riconoscerla e darle un nome preciso, evitando di minimizzare o di evitare la questione. Ammettere di essere spaventati è già un passo significativo, perché ci rende più aperti verso possibili soluzioni. Dalla mia esperienza come psicoterapeuta a Forte dei Marmi, ho potuto constatare che avviare un percorso di supporto psicologico (o, in alcuni casi, coinvolgere anche la famiglia, se necessario) aiuta a fare ordine tra emozioni, pensieri ricorrenti e timori che albergano nella persona. Un clima di ascolto protetto e non giudicante permette di esplorare le radici profonde della paura e di individuare strategie per gestirla in modo costruttivo.
Una via di lavoro fondamentale consiste nel riconoscere e valorizzare le proprie risorse e capacità, spesso messe in ombra dalla tendenza a sottovalutarsi quando si vive uno stato di ansia per il futuro. Imparare a ripercorrere i momenti in cui, in passato, abbiamo superato sfide difficili aiuta a risvegliare un senso di autoefficacia e a ricordarci che possediamo già una certa “cassetta degli attrezzi” per affrontare le novità. Nel mio metodo di psicoterapia, integro tecniche provenienti dall’Analisi Transazionale e dal EMDR per favorire l’elaborazione di paure e blocchi emotivi, dando al paziente nuovi strumenti per gestire il cambiamento.
Come si può gestire l’ansia per le cose nuove?
L’ansia generata da situazioni nuove o da responsabilità inedite, come un nuovo lavoro o una relazione appena iniziata, può derivare dal timore di essere giudicati o di fallire. In altre parole, quando affrontiamo qualcosa di sconosciuto, viene messa alla prova la nostra fiducia di base e la percezione delle nostre competenze. Nel mio studio, suggerisco strategie che includono la consapevolezza, l’autocontrollo emotivo e la graduale esposizione all’evento temuto. Attraverso colloqui mirati, possiamo identificare le situazioni che generano maggiore ansia e definire esercizi di attenzione focalizzata sul qui e ora, per limitare il rimuginio circa possibili scenari negativi.
In certi casi, trovo utile ricorrere alla Terapia EMDR, soprattutto quando l’ansia per le novità è radicata in eventi traumatici o in convinzioni negative su se stessi, come “Non sono capace”, “Non merito di avere successo” o “Non valgo abbastanza”. L’EMDR aiuta a rielaborare queste convinzioni e a integrare nuove prospettive più flessibili e potenzianti. Inoltre, nel Blog del mio sito condivido spesso riflessioni e suggerimenti su come approcciare l’ansia e riconvertire le energie spese nella preoccupazione in risorse da investire nella propria evoluzione personale. Questo percorso, unito a un ascolto empatico e professionale, può essere determinante per disinnescare la spirale ansiosa e imparare ad accogliere con serenità le novità della vita.
Come il supporto psicologico è fondamentale per gestire l’ansia del cambiamento
La elaborazione della paura di non farcela ad affrontare un cambiamento è facilitata quando ci affidiamo a un professionista in grado di creare uno spazio di ascolto empatico, rispettoso e strutturato. Nel mio studio a Forte dei Marmi, metto a disposizione tutta l’esperienza maturata nel campo della Psicoterapia Analitico-Transazionale e dell’EMDR, due approcci che considero complementari. L’Analisi Transazionale permette di comprendere quali schemi relazionali e copioni di vita possano innescare la paura del cambiamento, mentre l’EMDR offre un aiuto concreto per rielaborare vissuti dolorosi, ricordi disturbanti e convinzioni negative che ostacolano lo sviluppo di autostima e sicurezza.
A volte si pensa erroneamente che chiedere supporto psicologico significhi confessare una “debolezza”. Al contrario, è un segnale di grande coraggio e consapevolezza, perché rappresenta il desiderio di crescere e di accedere a un maggiore benessere. Spesso, durante i colloqui, mi sento dire: “Solo a parlare di questa paura, mi sento sollevato e capisco di poter trovare una via d’uscita”. In effetti, esprimere le emozioni, esplorare le origini della nostra insicurezza e ricevere un sostegno mirato crea le premesse per affrontare la trasformazione in modo più sereno. Ecco perché una consulenza con un professionista qualificato può davvero fare la differenza nel momento in cui ci sentiamo paralizzati dal timore di cambiare.
Per alcuni, il supporto psicologico si traduce in un percorso breve, focalizzato sullo sviluppo di strategie di coping e di “pronto soccorso emotivo”. Per altri, un periodo di vita travagliato può richiedere un lavoro più approfondito, che coinvolga la famiglia o la coppia, come nel caso delle terapie di coppia o del sostegno alla genitorialità. A prescindere dalla durata o dal contenuto specifico, ciò che rimane costante è la finalità: aiutare la persona a riscoprire le proprie risorse, imparare a gestire le paure e accogliere il cambiamento come una fase di crescita.
Affrontiamo insieme la paura al cambiamento
Nell’affrontare la paura di non farcela ad affrontare un cambiamento, ognuno di noi può sentirsi scoraggiato, confuso o in balìa di ansie che sembrano insormontabili. Eppure, è proprio in questi momenti che un sostegno professionale può rivelarsi decisivo per ritrovare lucidità e fiducia nelle proprie capacità. Riconoscere i segnali di questa paura, capirne le radici e apprendere nuove strategie di gestione dell’ansia sono tappe essenziali per vivere i momenti di passaggio come opportunità di crescita e non come ostacoli insuperabili.
Se stai attraversando un periodo di cambiamento, se avverti il peso di un futuro incerto o se semplicemente desideri acquisire maggiore consapevolezza di te stesso, ti invito a contattarmi.
Il mio studio di Psicologia e Psicoterapia si trova a Cinquale, in prossimità di Forte dei Marmi, in via Antonio Gramsci, 34. Attraverso un percorso mirato di EMDR, psicoterapia individuale o interventi specifici, potremo lavorare insieme per superare le paure e trovare nuove risorse interiori. Chiama il +39 347 11 41 310 o inviami un messaggio attraverso il sito web, e iniziamo un cammino verso il benessere e la libertà di accogliere il cambiamento con maggiore serenità.