Difficoltà Relazionali: Come Riconoscerle e Superarle

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Mi chiamo Federica Santucci, sono una Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale CTA EATA e Terapeuta EMDR e lavoro a Forte dei Marmi. In questo spazio vorrei approfondire un tema che tocca da vicino tantissime persone, e che spesso accomuna pazienti di età, professioni e background diversi: le difficoltà relazionali. Per “difficoltà relazionali” non intendo solo litigi o incomprensioni evidenti, ma un ventaglio di situazioni in cui ritrovarsi a comunicare, convivere o interagire con l’altro diventa fonte di disagio, malessere o blocco. Talvolta si tratta di relazioni affettive, altre volte di relazioni all’interno del contesto lavorativo o familiare. Ho scelto di fare chiarezza su questo tema perché è importante sapere che non siamo obbligati a rimanere incastrati in un copione relazionale faticoso o sterile. Con un aiuto adeguato, possiamo imparare a migliorare le nostre abilità di comunicazione, favorire la reciproca comprensione e prevenire conflitti distruttivi.

 

Come capire se si hanno problemi relazionali?

È una domanda che mi sento porre spesso: “Ma io ho davvero problemi relazionali, oppure è normale che ci siano degli attriti con l’altro?”. La linea non è sempre definita. Quello che osservo nella mia pratica di psicoterapia individuale è che, se una persona avverte un disagio ricorrente e intenso nella maggior parte delle relazioni, se fatica a soffermarsi in un rapporto di intimità o al contrario è frequente vittima di incomprensioni e discussioni, probabilmente qualcosa non va nel modo in cui vive o gestisce l’incontro con l’altro. Problemi relazionali significano anche difficoltà di fiducia, mancanza di assertività, ansia sociale o incapacità di esprimere i propri bisogni. Non dobbiamo necessariamente litigare di continuo per dire “Ho delle difficoltà relazionali”. A volte, può essere un ritiro silenzioso, un eccesso di diplomazia che ci porta a non far valere i nostri diritti o a sopportare più del dovuto. Il primo segnale è l’insoddisfazione costante, la sensazione di non sentirsi compresi o apprezzati e, spesso, un senso di colpa cronico nei confronti degli altri.

Chi ha difficoltà relazionali può notare che ciò si ripete in contesti diversi: non va d’accordo con i colleghi, ha amici che si allontanano, oppure finisce sempre in relazioni affettive complicate. Se ci si sente conoscere come “persona che ha sempre problemi con la gente” o addirittura ci si colpevolizza, può essere giunto il momento di analizzare più lucidamente la questione, magari con un professionista.

 

Quali sono i disturbi relazionali?

In campo psicologico parliamo talora di “disturbi relazionali” in riferimento a problematiche che spingono la persona verso schemi interpersonali disfunzionali. Non sono “disturbi” nel senso di patologie autonome, ma spesso associati a situazioni come l’ansia sociale, la bassa autostima, la dipendenza affettiva o alcune caratteristiche di personalità complicate. Alcune persone possono sviluppare un “disturbo evitante di personalità”, caratterizzato da timore di critica e rifiuto a entrare in rapporto stretto con l’altro. Altre volte si parla di “disturbo dipendente di personalità”, in cui la persona non riesce a prendere decisioni autonome e ha bisogno costante di rassicurazione. Potremmo menzionare anche le difficoltà tipiche di chi ha un quadro narcisistico e fatica a empatizzare con gli altri, provocando malessere nelle relazioni.

È bene non autodiagnosticarsi un disturbo di personalità, ma piuttosto farsi alcune domande quando le relazioni sembrano un campo minato. Ecco perché, nel mio studio a Forte dei Marmi, considero spesso l’opportunità di una valutazione e consultazione che metta in luce come la persona interpreta se stessa e gli altri, per poi lavorare sulle convinzioni e gli schemi d’interazione.

 

Come superare le difficoltà relazionali?

Le difficoltà relazionali si possono superare con un processo di consapevolezza e di cambiamento di alcuni atteggiamenti radicati. Non si tratta di imparare qualche semplice regola di comunicazione, ma di esplorare i propri vissuti e le proprie paure. Se la relazione con l’altro è complicata, sicuramente ci sono stati dell’Io (per usare un linguaggio analitico-transazionale) che entrano in gioco e che spingono la persona a riprodurre copioni di dipendenza, abbandono o antagonismo. Sovente, aiuto il paziente a riflettere sulla propria storia, su come si è relazionato con i genitori e con i coetanei nell’infanzia, e su quali aspettative inconsce porta nelle relazioni adulte. In molti casi, si tratta di sciogliere antiche paure di tradimento, di rifiuto o di dolore, in modo da poter incontrare l’altro in modo più sereno.

Lavorare sulle difficoltà relazionali non significa fingersi “estremamente estroversi” se la nostra tendenza è più riservata. Al contrario, significa saper valorizzare il nostro stile relazionale, ma al contempo imparare ad ascoltare l’altro e a comunicare i nostri bisogni. Quando una persona capisce che può affermare se stessa senza aggredire né sottomettersi, allora le relazioni diventano più equilibrate. A volte, in quei contesti dove la relazione è particolarmente conflittuale — come nel caso di una coppia che vive una crisi — è utile un percorso terapeutico condiviso da entrambi i partner, o quantomeno una motivazione comune al miglioramento.

 

Difficoltà relazionali all’interno delle relazioni affettive e sentimentali

Le relazioni sentimentali possono essere un terreno d’applicazione privilegiato di queste difficoltà. Ciò che rende una coppia solida non è l’assenza di conflitti, ma la capacità di gestirli in modo costruttivo. Se la coppia è bloccata in continui litigi, incomprensioni o dipendenza emotiva, potremmo essere in presenza di difficoltà relazionali profonde. C’è chi vive nel timore costante di essere abbandonato, assumendo atteggiamenti di gelosia estrema e controllo. Oppure, c’è chi non riesce a esprimere le proprie esigenze, subendo passivamente le decisioni del partner, e alimentando un rancore sotterraneo.

In queste situazioni, l’attenzione terapeutica si focalizza, spesso, sulla capacità di comunicare in modo assertivo, di ascoltare l’altro senza interpretare in modo paranoico, e sulla gestione delle emozioni intense. Se si riscontra un trauma o un vissuto irrisolto (come un tradimento o la paura dell’intimità), possiamo integrare l’approccio dell’EMDR, così da lavorare sulle tracce emotive che condizionano il presente. Nel mio studio, ci si può confrontare su questi temi in percorsi individuali o, se c’è la disponibilità, anche di coppia, a seconda della natura e delle preferenze di chi mi contatta.

 

Difficoltà relazionali in campo lavorativo

Un altro ambito frequentemente intaccato da problemi relazionali è quello lavorativo. Una persona che fatica a comunicare o a capire le dinamiche di un team può incappare in discussioni, fraintendimenti e tensioni, con la conseguenza di una bassa stima di sé o addirittura mobbing. Quando parliamo di leadership, di cooperazione, di capacità di negoziare gli obiettivi, siamo sempre all’interno del terreno della relazione. Se ci sentiamo inadeguati, temiamo la critica o abbiamo un atteggiamento passivo-aggressivo, è probabile che ciò causi stress e ulteriore deterioramento dei rapporti professionali.

In questi casi, il lavoro psicoterapeutico si concentra sulla crescita personale e professionale: imparare a gestire sentimenti di inferiorità, affermare i propri diritti, non temere il confronto con la figura autoritaria del capo o del collega più esperto, e trasformare il luogo di lavoro in una palestra di assertività. Lo stress lavorativo, se associato a difficoltà relazionali, può portare a burnout, demotivazione e scarsa produttività. Con un sostegno adeguato, si può identificare il nocciolo del problema: siamo troppo perfezionisti? Siamo incapaci di chiedere aiuto? Oppure temiamo di apparire incompetenti, e quindi non ci esponiamo mai, danneggiando però le possibilità di crescita?

 

Difficoltà relazionali: il rapporto tra genitori e figli

Tra i contesti più delicati in cui si manifestano difficoltà relazionali c’è sicuramente il rapporto genitori-figli. Quando i genitori vivono conflitti o non riescono a trovare un codice comunicativo equilibrato, i bambini possono mostrare disagio. Al contrario, quando i figli entrano nell’adolescenza, l’inevitabile esigenza di autonomia può scontrarsi con le regole familiari, creando un clima di tensione. Alcune situazioni di difficoltà relazionale genitore-figlio derivano da paure dei genitori o da un eccesso di controllo, altre da una comunicazione ambivalente, che genera confusione nel bambino. La psicoterapia può offrire uno spazio di ascolto e di rielaborazione, e se necessario può essere integrata con la consulenza psicologica genitoriale, un percorso utile a migliorare le abilità di dialogo e comprensione reciproca.

Spesso propongo ai genitori di partecipare ad alcuni incontri in cui esploriamo insieme il loro modo di vedere il figlio, i loro timori e le eventuali aspettative eccessive. Se, per esempio, un genitore non riesce a staccarsi dall’idea di avere un controllo totale sul bambino, può trovarsi in crisi quando il figlio inizia a esprimere idee e gusti diversi. Diventa allora fondamentale ritrovare un equilibrio tra regole e libertà, offrendo al bambino uno spazio di crescita sicuro, ma non opprimente. Le difficoltà relazionali, se affrontate in tempo, evitano che la relazione genitore-figlio si deteriori in silenzi, astio o ribellioni eccessive.

 

Difficoltà relazionali, quando è opportuno andare dallo psicologo?

Se uno o più ambiti della nostra vita (coppia, famiglia, amicizie, lavoro) generano un malessere costante, il primo passo è domandarsi se si è fatto davvero tutto il possibile per migliorare la situazione. A volte, nonostante i tentativi, le incomprensioni persistono, le discussioni si reiterano e la sensazione è di essere in un circolo vizioso. Ecco che rivolgersi a un professionista diventa una scelta saggia: la psicoterapia fornisce uno spazio neutrale, protetto, in cui si può esplorare la radice di queste difficoltà e sperimentare nuove strategie di interazione. Alcuni temono che andare dallo psicologo significhi “ammettere di essere sbagliati”; in realtà, significa prendersi cura di sé e delle proprie relazioni, con una logica di prevenzione e di crescita personale.

Se siete di Forte dei Marmi o zone vicine, e vi riconoscete in uno di questi quadri — difficoltà in coppia, tensioni sul lavoro, incomprensioni con figli o amici — può valere la pena di concedersi un percorso di introspezione e di apprendimento relazionale. Per esempio, alcuni pazienti trovano grande giovamento anche dalla possibilità di integrare l’approccio dell’EMDR, se sono presenti traumi o vissuti dolorosi che inquinano la capacità di fidarsi dell’altro. Altri, invece, beneficiano di un lavoro più focalizzato sulla comunicazione e sulla gestione delle conflittualità, aiutati dal modello analitico-transazionale che fa emergere i “copioni” e le dinamiche disfunzionali che ci portiamo dietro inconsapevolmente.

Concludo ricordando che le difficoltà relazionali non sono un “marchio di fallimento”, ma uno stimolo a rivedere come ci rapportiamo a noi stessi e agli altri. Un cammino psicoterapeutico può essere liberatorio, perché fornisce un luogo dove raccontarsi, sentirsi accolti e, gradualmente, sperimentare un modus relazionandi più rispettoso dei propri valori e delle proprie emozioni.

Spero che questo articolo abbia chiarito alcuni aspetti cruciali legati alle difficoltà relazionali, siano esse sentimentali, lavorative o familiari. Nel mio lavoro di Psicologa Clinica e Psicoterapeuta a Forte dei Marmi, mi occupo quotidianamente di accompagnare le persone verso una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie modalità di interazione. Se sentite la necessità di un supporto professionale per migliorare le vostre relazioni, vi invito a contattarmi: potete trovare i miei recapiti e maggiori informazioni sul mio sito. Insieme, possiamo individuare il percorso terapeutico più adatto, che sia individuale, di coppia o famigliare, per spezzare i circoli viziosi e recuperare un rapporto più sano e appagante con gli altri e con voi stessi.

Contattatemi per un primo colloquio: un confronto sincero e professionale può diventare la chiave per superare le difficoltà relazionali, trovando finalmente serenità e comprensione reciproca. Ricordatevi che non è mai troppo tardi per cambiare i propri schemi relazionali: la possibilità di vivere legami più armoniosi e soddisfacenti è sempre a portata di mano, se si decide di investire su di sé e sul confronto con l’altro.

Dott.ssa Federica Santucci Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale

Sono una Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale CTA EATA (Analista Transazionale Diplomato - Associazione Europea per l’Analisi Transazionale ) e Terapeuta EMDR.

Mi occupo di terapia individuale, di coppia e familiare. Tratto difficoltà legate all'età adolescenziale, problematiche affettive e relazionali, problemi di assertività, autostima, comunicazione. Le mie competenze contemplano il trattamento delle nevrosi, dei disturbi di personalità, d'ansia o dell'umore (depressione, disturbo bipolare), la gestione dei conflitti personali e interpersonali, l'ambito delle nuove dipendenze patologiche come quelle legate al gioco d'azzardo e all'uso di sostanze.