Sostegno Psicologico: di cosa si tratta e come può aiutarti
Mi chiamo Federica Santucci, sono una Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale CTA EATA e Terapeuta EMDR a Forte dei Marmi, dove ogni giorno affianco persone di tutte le età che sentono il bisogno di ritrovare un equilibrio o di superare momenti di crisi. Il sostegno psicologico è uno degli interventi più preziosi che possiamo realizzare quando le risorse personali non bastano più a gestire difficoltà interiori, relazionali o familiari. Non si tratta necessariamente di un percorso lungo e profondo come una psicoterapia mirata, ma di un supporto, di un accompagnamento, di uno spazio d’ascolto e di orientamento che ha l’obiettivo di aiutare a riacquisire chiarezza, fiducia e serenità.
In questo articolo vorrei esplorare in modo professionale e rassicurante cosa significhi ricevere un sostegno psicologico, come si differenzi dalla psicoterapia vera e propria, chi potrebbe trarne beneficio e come può concretamente migliorare la qualità della vita. Spesso, infatti, si crede che il supporto psicologico sia dedicato solo a chi soffre di disturbi gravi, ma in realtà è utile anche a chi vive momenti transitori di disagio, stress o incertezza e desidera un confronto con un professionista imparziale e competente. Nel mio studio a Forte dei Marmi, ho incontrato persone che, pur non avendo un quadro clinico esplicito, hanno tratto grande beneficio da un ciclo di colloqui focalizzati sul sostegno. E vorrei raccontarvi come.
Che cos’è il sostegno psicologico?
Parlando da professionista, definirei il sostegno psicologico come un intervento mirato a fornire un supporto emotivo e relazionale a chi sta attraversando un periodo di difficoltà. Non si tratta di un percorso terapeutico profondo in cui si vanno ad analizzare radici antiche dei problemi, bensì di un accompagnamento “qui e ora” per gestire i sintomi, i pensieri negativi, il senso di disorientamento che caratterizza certe fasi della vita. È uno spazio di dialogo, di comprensione e di validazione emotiva in cui la persona può sentirsi accolta, libera di esprimere dubbi o paure che magari non riesce a condividere con parenti o amici. Il professionista monitora le emozioni, facilita l’espressione del disagio e fornisce strategie di coping, di gestione dello stress o dei conflitti.
Nel mio lavoro, ad esempio, propongo un sostegno psicologico a chi vive difficoltà relazionali transitorie, come tensioni familiari, momenti di crisi lavorativa, problemi di autostima o di adattamento a un cambiamento (trasferimenti, lutti recenti, separazioni...). Qualcuno sente il bisogno di un confronto regolare per un tempo limitato, così da ritrovare la propria bussola interna. Se il disagio appare più profondo o radicato, valuto insieme alla persona la possibilità di intraprendere invece un percorso di psicoterapia individuale, più strutturato e di durata potenzialmente maggiore.
Qual è la differenza tra psicoterapia e sostegno psicologico?
La differenza fondamentale risiede negli obiettivi e nella profondità dell’intervento. La psicoterapia è un percorso più ampio, dedicato a trattare in modo sistematico e duraturo problematiche o disturbi specifici, come ansia cronica, depressione, traumi complessi, disturbi di personalità, oppure a lavorare su dinamiche psicologiche molto radicate. Il sostegno psicologico, invece, avviene di solito in un arco di tempo più breve, con focus su una problematica circoscritta e con l’obiettivo di fornire un supporto immediato alla gestione dello stress e al superamento di fasi critiche. In un certo senso, possiamo immaginare la psicoterapia come un “viaggio in profondità” e il sostegno psicologico come un “aiuto a nuotare quando le onde della vita diventano più alte”. Entrambi possono coinvolgere colloqui uno a uno, ma nel sostegno psicologico non ci si addentra necessariamente nelle origini infantili del disagio, a meno che emerga gradualmente la necessità di farlo.
Per fare un esempio concreto, se una persona affronta un periodo di grande stress sul lavoro e desidera gestire l’ansia o migliorare le sue capacità di coping, potrei proporre un sostegno psicologico fatto di alcuni incontri focalizzati. Se invece scopro che l’ansia è legata a un background di conflitti familiari profondi e mai elaborati, potrebbe essere utile valutare un passaggio alla psicoterapia, magari utilizzando la Terapia EMDR se sono presenti esperienze traumatiche.
Chi potrebbe necessitare di un supporto psicologico?
Il sostegno psicologico è utilissimo a chi, pur non riscontrando una patologia distintiva, attraversa un periodo di vulnerabilità, confusione o forte stress. Potrebbe trattarsi di studenti universitari alle prese con scelte future, di lavoratori che sentono il bisogno di reagire a pressioni professionali o a un cambio di rotta, oppure di neo-genitori in difficoltà con l’adattamento al nuovo ruolo. Ho incontrato anche coppie che, pur non avendo un problema radicato, desideravano un confronto per gestire tensioni emergenti; in casi del genere, un sostegno psicologico alla genitorialità risulta un’opzione valida per migliorare l’equilibrio familiare senza necessariamente intraprendere una terapia di coppia formale.
In generale, chi risponde al criterio “sto vivendo un disagio che limita la mia serenità e le mie risorse, ma non credo di avere un disturbo psichico strutturato” può trovare nel sostegno un solido alleato. È un modo per non sentirsi soli di fronte a un problema che, se trascurato, potrebbe aggravarsi nel tempo.
In che consiste il sostegno psicologico?
Il sostegno psicologico si traduce, innanzitutto, in una serie di incontri in cui si stabilisce un clima di reciproca fiducia e rispetto. La persona racconta il suo vissuto, le preoccupazioni, i timori, e io, come professionista, la aiuto a mettere ordine nelle emozioni, a riconoscere i blocchi e a individuare risorse già presenti, ma non ancora valorizzate. L’ascolto attivo è fondamentale, così come l’empatia e l’assenza di giudizio. Di solito, si pianificano alcuni obiettivi concreti e si fissano delle tempistiche ragionevoli: possono essere da cinque a dieci incontri, a intervalli regolari, talvolta anche meno. Dipende dal tipo di problematica e dal grado di complessità. Se emerge strada facendo la necessità di un intervento più profondo, propongo una psicoterapia. Ma non è detto che serva: a volte bastano alcuni incontri di sostegno per riprendere in mano la propria quotidianità e trovare nuove energie.
Differenza tra sostegno psicologico e psicoterapia?
La differenza tra le due tipologie di intervento, come anticipato, risiede nell’ampiezza e nella profondità dell’intervento. La psicoterapia, specie quella analitico–transazionale o con l’EMDR, può essere rivolta a trasformare schemi di personalità, a rielaborare traumi, a modificare copioni antichi che bloccano la vita affettiva. Il sostegno psicologico, invece, ha un carattere più breve e circoscritto: mira a sostenere la persona in un frangente difficile, a fornirle strategie e a favorire una ripresa dell’equilibrio. Alcune volte, il sostegno è un preludio alla terapia: si comincia con un aiuto più pratico e contenitivo, e poi si decide di proseguire in un itinerario terapeutico più completo se il quadro lo richiede. In altre occasioni, il sostegno si rivela sufficiente: la persona si sente “riassestata” e non avverte il bisogno di un percorso più lungo.
Quali sono le Tecniche di sostegno psicologico?
Nel mio lavoro, utilizzo strumenti di ascolto attivo, di validazione emotiva, di orientamento decisionale. Spesso chiedo al paziente di esplorare, attraverso il dialogo, le emozioni che prova di fronte a un problema, aiutandolo a dare un nome e una forma a ciò che lo tormenta. Possiamo concordare alcuni esercizi di riflessione da svolgere a casa, come scrivere un diario emozionale o sperimentare tecniche di rilassamento e respirazione per contenere l’ansia. A volte, la cornice dell’Analisi Transazionale permette di identificare gli stati dell’Io (Bambino, Adulto, Genitore) e di capire quale parte di sé sta agendo in un momento critico. Per chi vive momenti di stress accentuato, può essere utile un supporto più psicoeducativo, dove insegno strategie di coping o di gestione del tempo per evitare che lo stress si trasformi in ansia cronica. Il ventaglio di tecniche non è rigido: lo scelgo in base alle esigenze concrete della persona, avendo sempre cura di non superare quell’approfondimento di stampo terapeutico che, se necessario, richiederà un passaggio alla psicoterapia vera e propria.
Come capire se si ha bisogno di un supporto psicologico?
A volte, la vita ci propone sfide che non possiamo affrontare da soli, o che ci provocano tale confusione da impedirci di individuare soluzioni. Se ci accorgiamo di un calo di energia, di una tristezza costante e inspiegabile, oppure se ci troviamo a ripetere sempre gli stessi errori relazionali o a subire un livello di stress insopportabile, potremmo valutare l’idea di chiedere un supporto psicologico. Non bisogna aspettare di “stare malissimo”: chi sente che la propria qualità di vita è scesa e non riesce a raddrizzare la rotta, può contattare uno psicologo per un incontro esplorativo e capire insieme se è il caso di intraprendere un breve ciclo di sostegno o se conviene un percorso più approfondito come la psicoterapia relazionale o un’altra forma di intervento più mirato. Spesso ricevo telefonate di persone che, semplicemente, mi chiedono: “Secondo lei, basterà qualche colloquio per rimettermi sulla buona strada?” e, insieme, lo valutiamo.
Quali sono le principali problematiche e disagi affrontabili col supporto psicologico?
Il sostegno psicologico si rivolge a un’ampia gamma di situazioni. Può trattarsi di periodi di cambiamento, come un trasferimento, una nuova mansione lavorativa, un conflitto con i colleghi che genera stress. Può essere un disagio relazionale in famiglia, nella coppia o con i figli, senza che vi sia un disturbo psichiatrico o un quadro di crisi prolungata. Penso, ad esempio, a frizioni tra genitori in merito all’educazione dei bambini, a tensioni con gli adolescenti o a dubbi legati alla genitorialità. Talvolta basta un sostegno focalizzato su questi aspetti per prevenire che la situazione degeneri in problemi più complessi. Un altro caso frequente riguarda chi ha sperimentato ansia lieve o moderata e vuole evitare che peggiori: il sostegno psicologico fornisce strumenti di gestione emotiva, di prevenzione dell’ansia intensa o degli attacchi di panico. Anche persone alle prese con una separazione coniugale o familiari di qualcuno che manifesta un significativo malessere possono trovare in un ciclo di colloqui un aiuto per affrontare il periodo di transizione.
Come può aiutarmi il Sostegno Psicologico?
Il sostegno psicologico può offrire uno spazio di ascolto e di chiarezza, favorendo la comprensione di ciò che realmente genera sofferenza o confusione e aiutando a ridefinire interessi, obiettivi e relazioni. Incontro spesso persone che, prima del sostegno, si sentivano sommerse dai problemi: “Non so da dove partire per rimettere ordine nella mia vita”. Durante gli incontri di supporto, ci concentriamo sulle priorità, si definisce cosa può essere affrontato subito e cosa in un secondo momento, si costruisce una strategia per avere un senso di direzione. La presenza di un professionista fa da “specchio empatico”, permette di scoprire risorse interiori non riconosciute e di allenare nuove competenze, come l’assertività e la capacità di dire “no” nel contesto lavorativo o familiare.
Se il disagio è più radicato, emergono elementi che suggeriscono un lavoro terapeutico: a quel punto, da un sostegno di poche sedute possiamo passare a un progetto di psicoterapia individuale per adulti vera e propria. Ma quando non ci sono sintomi conclamati di un disturbo, il sostegno psicologico rappresenta lo strumento ideale per prevenire un aggravamento e per potenziare l’equilibrio in un periodo di confronto con sfide importanti.
Spero di aver risposto, con questo articolo, alle principali perplessità su cos’è il sostegno psicologico, a chi è rivolto e in che modo si differenzi dalla psicoterapia. Credo molto in questo percorso “di appoggio” perché lo considero un ponte tra il disagio temporaneo e il benessere futuro, un luogo dove affrontare questioni che, se lasciate sedimentare, rischiano di complicarsi inutilmente.
Se avverti il bisogno di un intervento di sostegno psicologico, desideri chiarire alcune difficoltà o senti che la tua serenità personale o famigliare è in pericolo, ti invito a contattarmi per un primo colloquio informativo nel mio studio di Forte dei Marmi. Insieme, valuteremo la strada migliore per offrirti un supporto concreto e calibrato sulle tue esigenze, aiutandoti a ritrovare equilibrio e fiducia in te stesso, nelle tue relazioni e nelle tue scelte quotidiane.