Depressione negli Adolescenti: Quando il Vuoto Diventa un Grido Silenzioso

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Depressione negli Adolescenti: Come Riconoscerla e Affrontarla

Nel mio lavoro di Psicologa Clinica e Psicoterapeuta a Forte dei Marmi, mi capita molto spesso di incontrare genitori preoccupati per il benessere dei propri figli. L’adolescenza è un periodo ricco di cambiamenti che possono provocare malumori, conflitti e insicurezze, ma quando il disagio diventa persistente e invalida la vita quotidiana, è lecito sospettare che ci si trovi di fronte a una possibile depressione negli adolescenti. Vorrei condividere le mie riflessioni e la mia esperienza professionale su questo tema, illustrando come riconoscere la depressione in adolescenza, quali possano essere le possibili cause e come possiamo intervenire per fornire il giusto supporto ai ragazzi che ne soffrono. È un tema delicato, che tocca sia il futuro dei giovani sia la serenità dell’intera famiglia, e credo sia importante offrire informazioni professionali ma anche rassicuranti, così da orientare in modo concreto chi cerca risposte e soluzioni.

Da anni mi occupo di accompagnare adolescenti e famiglie attraverso un percorso psicoterapeutico che spesso include, oltre all’Analisi Transazionale, anche la Terapia EMDR se la situazione lo richiede. La depressione negli adolescenti non è solo un calo dell’umore passeggero o semplice ribellione verso le regole. È un disturbo che può minare profondamente la capacità del ragazzo di relazionarsi, progettare il futuro e vivere relazioni familiari equilibrate. L’intensità e la natura della depressione possono variare, ma ciò che accomuna chi ne soffre è un continuo senso di tristezza, di vuoto interiore e la sensazione di non essere capiti. Se in famiglia si asseconda l’idea che “è solo un periodo” o che il figlio debba cavarsela da solo, spesso si finisce per aggravare l’isolamento e la sofferenza interiore del giovane.

 

Come capire se un adolescente è depresso?

Mi rendo conto che non sempre è facile distinguere tra normali oscillazioni dell’umore e depressione in adolescenza. A volte, gli sbalzi emotivi, la difficoltà a comunicare o il distacco dall’ambiente circostante possono essere interpretati come comportamenti tipici dell’età. Cerco di spiegare che alcune spie, se percepite con costanza e intensità, possono suggerire la presenza di una depressione. Una delle prime cose che noto è la perdita di interesse verso attività che prima appassionavano il ragazzo, come se la stessa gioia di fare fosse svanita. L’adolescente può iniziare a ritirarsi dalla vita sociale, a evitare gli amici, a rifugiarsi in camera senza alcun desiderio di uscire. Faccio attenzione anche alla qualità del sonno, perché i cambiamenti nel ritmo sonno-veglia possono essere un segnale di un malessere. C’è chi dorme troppo e fatica ad alzarsi, oppure chi invece fatica ad addormentarsi e passa ore insonne con il pensiero rivolto alle proprie paure.

Dall’altro lato, mi capita di incontrare adolescenti che mostrano irritabilità costante e scatti di rabbia. Non è detto che la depressione si manifesti sempre con la tristezza manifesta: in molti casi, si traduce in un malessere costante che viene proiettato verso l’ambiente esterno, come se il ragazzo si sentisse continuamente frustrato e incapace di trovare uno sfogo costruttivo alle proprie emozioni. In queste situazioni, suggerisco ai genitori di non sottovalutare i cambiamenti di personalità che durano molto più di un passaggio momentaneo. È importante captare anche i segnali più sottili, come un calo del rendimento scolastico, un rapporto conflittuale con il proprio corpo e la comparsa di messaggi negativi sui social network. Spesso, attraverso post o messaggi, gli adolescenti mandano richieste di aiuto in modo indiretto, lasciando trasparire un forte senso di solitudine.

Quali sono i sintomi della depressione?

Nella mia pratica clinica a Forte dei Marmi, osservo che i sintomi della depressione adolescenziale possono essere simili a quelli dell’adulto, ma si articolano diversamente per via della fase evolutiva che i giovani stanno attraversando. Il senso di disperazione è uno degli elementi più ricorrenti. L’adolescente depresso può avvertire un tormento interiore costante, l’idea di non avere prospettive o punti di riferimento. Altre volte, ex studenti brillanti perdono improvvisamente la motivazione allo studio, mostrando problemi di concentrazione e disinteresse verso il futuro. La bassa autostima è ricorrente, così come il frequente ricorso a frasi come “non valgo nulla” o “non ci sarà mai un cambiamento nella mia vita.”

Prendo nota anche dell’isolamento sociale, della perdita o aumento significativo di peso, della diminuzione di energie e di un senso di stanchezza inspiegabile. Alcuni adolescenti adottano comportamenti di disattenzione al rischio, come uso di sostanze o guida spericolata, cercando di placare un malessere che non riescono a definire in altro modo. Quando questi sintomi permangono per settimane o mesi, e l’adolescente perde la propria capacità di vivere in maniera serena, allora diventa fondamentale un intervento tempestivo. È un intervento che può proteggere il giovane da un peggioramento della situazione, prevenendo possibili idee suicidarie o altre forme di autolesionismo. La mancanza di fiducia in se stessi e negli altri, ciò che più comunemente descriviamo come senso di vuoto, è spesso uno dei segnali che più impattano sulla quotidianità.

 

Quali sono le cause della depressione in adolescenza?

Le cause della depressione negli adolescenti non sono mai univoche. Come spiego ai genitori che si rivolgono a me, i fattori scatenanti possono essere molteplici e intrecciati fra loro. Ci sono componenti genetiche e biologiche, ma anche una complessità di elementi psicologici, familiari e sociali. A volte, l’adolescente vive un disagio profondo per via di eventi traumatici, come la perdita di una persona cara o una separazione dei genitori. Altre volte, è il clima familiare caratterizzato da conflitti o eccessive aspettative a creare un terreno fertile per la nascita di sensi di inadeguatezza. In questa fase di vita, i ragazzi sono particolarmente sensibili al giudizio esterno, e l’inclusione nel gruppo dei pari diventa cruciale per il proprio sviluppo identitario. Un rifiuto o un bullismo continuato possono essere all’origine della depressione, perché compromettono la fiducia che l’adolescente ripone nelle proprie capacità relazionali e generano un profondo senso di solitudine.

Un’altra causa da non sottovalutare è l’uso eccessivo dei social media, che può aumentare l’esposizione a modelli irrealistici e generare confronti costanti e sfavorevoli. Ho conosciuto ragazzi oscurati dalla percezione di non essere “abbastanza” in termini di aspetto fisico, risultati scolastici o popolarità virtuale. In alcuni casi, i genitori non si rendono conto che il cellulare e i social network possano diventare un detonatore di ansia e depressione. Alla base di tutto, resta il fatto che l’adolescente si trova in un momento di passaggio molto delicato, tra l’infanzia e l’età adulta. Se mancano punti di riferimento solidi, il desiderio di sperimentare può sfociare in comportamenti autodistruttivi, e la frattura tra sé e il mondo può divenire più profonda.

Come aiutare un figlio che soffre di depressione?

Il primo passo per aiutare un ragazzo depresso è accettare di guardare in faccia la realtà, senza minimizzare i sintomi né considerare la depressione come un semplice capriccio. È fondamentale offrire un ascolto sincero, senza interrompere o giudicare. Personalmente, invito i genitori a creare momenti di dialogo, a chiedere come si sente il proprio figlio e a mostrare disponibilità a discutere anche di argomenti scomodi o dolorosi. Quando il giovane si sente accolto e non etichettato, inizia a fidarsi e a condividere di più, il che può fare la differenza tra la chiusura totale e la possibilità di intraprendere un percorso di guarigione.

In molti casi, suggerisco ai genitori di incoraggiare il ragazzo a svolgere attività che lo mettano a contatto con ciò che gli dà energia positiva. Potrebbe essere lo sport, la musica o un percorso creativo. Ma spesso questi consigli non bastano, perché quando la depressione è profonda, l’adolescente non ha la forza di reagire ed esce a fatica dal torpore che lo affligge. In queste situazioni, consultare uno specialista diviene fondamentale. Un percorso di psicoterapia con un professionista di Forte dei Marmi o di un’altra zona vicina può fare emergere le cause profonde del disagio e aiutare il ragazzo a sviluppare strategie di gestione delle emozioni. Ci sono tecniche specifiche che possono rivelarsi molto utili, come l’Analisi Transazionale, che permette di lavorare sugli aspetti relazionali e identitari, o la Terapia EMDR per bambini e adolescenti, efficace nel rielaborare episodi traumatici o ricordi dolorosi che hanno segnato la crescita.

 

Quale consigli per i genitori?

So che la preoccupazione di un genitore è enorme quando sospetta una depressione in adolescenza, ma rassicuro sempre le famiglie sul fatto che non sono sole e che esistono percorsi di sostegno sia per i figli che per gli adulti coinvolti. Un buon dialogo in famiglia è la chiave di volta, ma non basta se manca la consapevolezza dell’importanza di un supporto professionale. Invito i genitori a non sentirsi in colpa, perché la depressione non è quasi mai causata da un singolo evento o da un solo stile educativo. Tuttavia, è importante non temporeggiare e rivolgersi a uno specialista non appena si notano segnali di sofferenza emotiva persistenti.

D’altra parte, è utile anche ricordare che ogni adolescente ha il proprio percorso di vita e di cura. Alcuni possono beneficiare di un approccio psicoterapeutico breve e fondato su strategie di gestione dello stress, altri potrebbero avere bisogno di un sostegno continuativo. In alcuni casi, può essere necessario un confronto con uno psichiatra per valutare se un integrazione farmacologica possa essere di aiuto, sebbene non sia l’unica via possibile e tutto dipenda dalla gravità e dalla storia personale del ragazzo. È fondamentale non considerare il ricorso ai farmaci come una sconfitta: a volte è un passaggio necessario e momentaneo, che può affiancare una psicoterapia, offrendo al giovane la possibilità di ristabilire un equilibrio per poi lavorare sulle cause profonde.

Depressione in adolescenza: come riconoscerla e affrontarla?

Continuo a ripetere ai genitori che riconoscere la depressione in adolescenza non significa solo prendere atto dei sintomi, ma interpretare con attenzione i segnali di disagio di un figlio. Credo che uno degli errori più comuni sia quello di sottovalutare la sofferenza dei ragazzi perché “troppo piccoli” o “troppo giovani per essere depressi.” L’adolescenza è invece un momento vulnerabile, in cui i cambiamenti fisici, sociali ed emotivi rendono i ragazzi particolarmente esposti a crisi e disorientamenti. La depressione non va mai trattata con superficialità, perché può compromettere la qualità della vita e la costruzione dell’identità futura. Ogni giovane ha una propria storia, dei sentimenti e delle paure che meritano di essere ascoltate.

L’esperienza mi ha insegnato che un buon percorso di sostegno psicologico è spesso sufficiente a gettare una nuova luce sulla vita dei ragazzi, permettendo loro di riscoprire gli interessi, ricostruire relazioni positive e affrontare con più forza le sfide scolastiche o relazionali. Nei casi più complessi, integriamo un lavoro di rete con la scuola, i servizi sanitari e, a volte, con altri professionisti della salute mentale per creare un contenitore di protezione e affidabilità attorno ai bisogni dell’adolescente. La mia priorità è garantire un ambiente accogliente, dove il ragazzo possa esprimersi senza timore di essere giudicato, e dove i genitori possano ricevere consigli e strategie concrete per sostenere in modo efficace il proprio figlio.

Ogni volta che un genitore o un adolescente mi chiede aiuto, ricordo che chiedere sostegno è il primo passo verso una guarigione possibile. La depressione negli adolescenti non è un destino ineluttabile, ma un segnale che c’è bisogno di fermarsi, ascoltare e riorientarsi. Con il giusto approccio, si può aprire un dialogo costruttivo in famiglia e, se necessario, avviare una psicoterapia mirata a rafforzare le capacità di coping del ragazzo, a riappropriarsi della sua identità e a riconquistare la speranza nel futuro. Voglio ribadire che la depressione non è qualcosa di cui vergognarsi, ma un malessere che invita, con forza, a prendersi cura di sé e delle proprie relazioni, anche con il supporto di professionisti e di un contesto familiare comprensivo.

 

La depressione comincia in adolescenza. E non va ignorata

Mi auguro che queste considerazioni sulla depressione in adolescenza possano fare chiarezza e offrire un punto di partenza per capire se un adolescente è depresso e come poterlo aiutare. Ritengo che ogni ragazzo abbia dentro di sé le risorse per ritrovare un equilibrio emotivo, purché riceva un sostegno adeguato e venga preso sul serio il suo malessere. Se hai il sospetto che tuo figlio o qualcuno vicino a te stia attraversando una fase di depressione, ti invito a non rimandare la decisione di chiedere aiuto: la sofferenza psicologica è reale e, se non viene affrontata, può peggiorare e lasciare segni profondi anche in età adulta.

Nel mio studio di Forte dei Marmi, offro percorsi di sostegno alla genitorialità per chi desidera imparare a supportare al meglio il proprio figlio, oltre a interventi di psicoterapia con i bambini e gli adolescenti, costruendo un cammino terapeutico personalizzato e orientato al benessere complessivo del minore. Il mio obiettivo professionale è sempre quello di creare uno spazio sicuro, empatico e capace di favorire il dialogo, così da accompagnare i ragazzi verso una nuova consapevolezza di sé e della propria forza interiore. Ti invito a contattarmi e a fissare un primo colloquio per valutare insieme la situazione e individuare le strategie più adeguate. Rivolgendoti a me, troverai un ambiente in cui la depressione non viene stigmatizzata, ma trattata con la serietà e la cura che merita. Sentiti libero di contattarmi per qualunque dubbio o richiesta: insieme, possiamo affrontare e superare la depressione in adolescenza, restituendo ai ragazzi la fiducia nel domani e offrendo ai genitori un sostegno competente e comprensivo.

Dott.ssa Federica Santucci Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale

Sono una Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale CTA EATA (Analista Transazionale Diplomato - Associazione Europea per l’Analisi Transazionale ) e Terapeuta EMDR.

Mi occupo di terapia individuale, di coppia e familiare. Tratto difficoltà legate all'età adolescenziale, problematiche affettive e relazionali, problemi di assertività, autostima, comunicazione. Le mie competenze contemplano il trattamento delle nevrosi, dei disturbi di personalità, d'ansia o dell'umore (depressione, disturbo bipolare), la gestione dei conflitti personali e interpersonali, l'ambito delle nuove dipendenze patologiche come quelle legate al gioco d'azzardo e all'uso di sostanze.