Disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione: perché è importante conoscerli?
I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione comprendono un insieme di comportamenti disfunzionali legati al cibo e al peso, spesso accompagnati da una percezione distorta del proprio corpo e da un profondo disagio emotivo. Negli ultimi anni si è assistito a un preoccupante incremento dei disturbi alimentari, con un abbassamento dell’età in cui si manifestano.
Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) classifica i DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) in diverse tipologie:
- Anoressia nervosa
- Bulimia nervosa
- Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge-eating disorder)
- Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo
- Disturbo della ruminazione
- Pica
- Altri disturbi alimentari specifici
Questi comportamenti (dalla restrizione severa alle eccessive abbuffate, con o senza condotte di compensazione) sono spesso campanelli d’allarme per “ferite emotive” sottostanti, tra cui bassa autostima, percezione negativa di sé e bisogno di controllo.
Perché si sviluppano i DCA?
Da un lato, l’ambiente socioculturale (standard estetici, pressioni sociali, bullismo) può favorire la nascita di un rapporto conflittuale con il cibo. Dall’altro, l’elemento psicologico è spesso determinante: possono esserci traumi relazionali, esperienze di abuso o trascuratezza, perdita affettiva o contesti familiari disfunzionali. Inoltre, alcuni studi evidenziano come determinati fattori biologici e genetici possano predisporre allo sviluppo di questi disturbi.
L'importanza di “leggere il sintomo”
In passato, si tendeva a focalizzarsi direttamente sulle condotte alimentari, cercando semplicemente di inibire o correggere il “sintomo”. Oggi, grazie a una crescente letteratura scientifica, sappiamo che risulta fondamentale comprendere cosa sia alla base di queste manifestazioni. Come sottolineato anche da numerosi approcci psicologici, occorre:
- Esplorare le esperienze traumatiche o le “ferite emotive” alla radice del comportamento disfunzionale.
- Favorire la consapevolezza dei propri bisogni e delle emozioni sottostanti, spesso legate a bassa autostima e senso di colpa.
- Integrare un percorso di supporto nutrizionale e psicoterapeutico, coinvolgendo anche figure quali nutrizionisti, medici ed endocrinologi.
“Il sintomo alimentare è un messaggio che il corpo e la mente ci inviano per segnalare un disagio più profondo.”
Quando cercare aiuto?
Se la difficoltà con il cibo diviene incontrollabile, se noti cambiamenti consistenti nelle tue abitudini quotidiane, se provi scarsa autostima, profonde sensazioni di vergogna o paura di perdere il controllo, potrebbe essere il momento di consultare uno specialista:
- Psicologo o psicoterapeuta: fondamentale per esplorare le cause emotive.
- Nutrizionista/dietologo: per impostare un piano alimentare adeguato, evitando di cadere in ulteriori restrizioni o abbuffate.
- Supporto del medico di base: per un primo screening e un eventuale indirizzamento verso specialisti.
EMDR e disturbi alimentari
Un approccio sempre più utilizzato nel trattamento dei DCA è l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). Questa tecnica consente di riconoscere ed elaborare i ricordi traumatici che spesso si trovano alla base delle condotte alimentari disfunzionali. Attraverso l’EMDR:
- Si individua il “bersaglio traumatico” che ha innescato o contribuito al disturbo.
- Si riprocessano, a livello emotivo e cognitivo, le esperienze negative legate al proprio corpo e all’alimentazione.
- Si sostituiscono i pensieri negativi con convinzioni più adattive e realistiche.
Questo intervento, affiancato a un lavoro psicoterapeutico più ampio, permette di affrontare in profondità la sofferenza che si cela dietro il sintomo.
Cosa possiamo fare insieme?
Come psicologa e psicoterapeuta, il mio compito è aiutarti a “leggere” il disturbo alimentare come un segnale. Partendo da quel segnale, è possibile esplorare le “ferite” relazionali o traumatiche all’origine del disagio, accompagnandoti passo dopo passo verso un nuovo equilibrio psicofisico. Il nostro lavoro insieme potrà includere:
- Analisi dei trigger emotivi che scatenano le condotte alimentari disfunzionali.
- Attività di psicoeducazione per aumentare la comprensione del disturbo e facilitare la regolazione emotiva.
- Stesura di un percorso personalizzato, che possa integrare tecniche come l’EMDR, la mindfulness o la terapia cognitivo-comportamentale.
- Eventuale coinvolgimento di altri professionisti (medici, nutrizionisti, ecc.) per un approccio multidisciplinare.
Ricorda: non sei solo/a in questa sfida. Un sostegno professionale, unito alla comprensione dei tuoi cari, può fare la differenza nel recupero di un rapporto più sano con il cibo e con te stesso/a.
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Se ritieni di avere difficoltà legate all’alimentazione o se vuoi aiutare una persona cara, puoi rivolgerti a me per una consulenza. Insieme, individueremo le strategie e le risorse migliori per superare questo momento e ritrovare il tuo benessere psicofisico.
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