Mi chiamo Federica Santucci, sono una Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Analista Transazionale CTA EATA, specializzata in Terapia EMDR. Svolgo la mia attività nel mio studio di Psicologia e Psicoterapia vicino Forte dei Marmi, dove mi occupo anche di disturbi d’ansia e della loro cura. L’ansia è un termine che ricorre sempre più spesso e che coinvolge un numero crescente di persone, indipendentemente dall’età, dall’estrazione sociale o dal percorso di vita. L’ansia può manifestarsi in mille modi diversi, e a volte chi ne soffre tende a minimizzare i propri sintomi o a pensare che si tratti semplicemente di un momento passeggero. Ma quando diventa più intenso e frequente, l’ansia può ostacolare la serenità quotidiana, incidendo sulle relazioni, sul lavoro, sul rendimento scolastico e, più in generale, sullo stato di benessere psicofisico.
Ho deciso di scrivere questo articolo per spiegare in modo professionale, informativo e rassicurante cosa siano i disturbi d’ansia, come riconoscerli e come avviene il percorso psicologico che ne favorisce la risoluzione o una migliore gestione. Molte persone mi contattano nel mio studio perché avvertono palpitazioni, pensieri continui di preoccupazione, sensazioni di oppressione o di panico e desiderano capire se stanno vivendo un vero e proprio disturbo d’ansia. L’ansia, infatti, è spesso confusa con la normale tensione che precede un evento importante, e non sempre è facile distinguere i confini tra una reazione fisiologica di difesa e uno stato di malessere che richiede un sostegno professionale. In questa pagina, andrò a descrivere i sintomi più comuni dell’ansia, come riconoscerla, i motivi per cui può insorgere, le principali tipologie e in che modo si approccia la cura psicologica.
Quali sono i sintomi dell’ansia?
Quando parlo di ansia, mi riferisco a quell’insieme di sensazioni spiacevoli che possono includere agitazione, irrequietezza, angoscia e tensione fisica. Tra i sintomi più comuni rientrano le palpitazioni, la sensazione di fiato corto, la sudorazione eccessiva, le mani fredde o sudate, i tremori e la sensazione di avere un nodo allo stomaco o in gola. Spesso si affiancano l’irrequietezza motoria, la difficoltà a concentrarsi, la paura di perdere il controllo e di non essere all’altezza della situazione. Nel mio lavoro a Forte dei Marmi, ho osservato che questi sintomi possono manifestarsi in modo diverso da persona a persona: segnali lievi, come un continuo stato di allerta, possono trasformarsi nel tempo in veri e propri attacchi di panico, con spaventi intensi e la convinzione di essere in pericolo imminente.
Un’altra manifestazione diffusa riguarda l’ambito del sonno: molte persone che soffrono d’ansia faticano ad addormentarsi perché la mente è invasa da pensieri, timori e preoccupazioni. Altre si svegliano ripetutamente nella notte o molto presto al mattino, sentendosi già in uno stato di apprensione come se dovessero difendersi da una minaccia imminente. Anche le condotte di evitamento sociale, la tensione muscolare costante e i cambiamenti nell’appetito – con innalzamento o calo dello stimolo della fame – sono campanelli d’allarme. Se alcuni di questi sintomi persistono e compromettono la tua qualità di vita, potrebbe essere il momento di valutare un consulto con uno psicoterapeuta.
Cosa fare quando ti prende l’ansia?
Quando l’ansia si presenta in modo intenso e improvviso, può dare l’impressione di toglierci il respiro, facendoci sentire in balìa della situazione. In questi frangenti, può essere di grande aiuto cercare innanzitutto di regolare la propria respirazione, dedicando qualche minuto a inspirare lentamente dal naso ed espirare dalla bocca, focalizzando l’attenzione sull’aria che entra ed esce. Alcuni trovano sollievo adottando posizioni del corpo rilassate, distendendo piano piano i muscoli e portando l’attenzione alle parti del corpo maggiormente tese. Altre persone ricorrono a immagini mentali di luoghi o momenti sereni, cercando di distogliere il focus dal pensiero che scatena la reazione ansiosa.
Ma agire tempestivamente sui sintomi non è sufficiente a risolvere il problema, soprattutto se gli episodi ansiosi si ripetono. Molte delle persone che ricevo nel mio studio vicino Forte dei Marmi hanno imparato a convivere con tecniche di “emergenza” che placano momentaneamente l’attacco di ansia, ma la vera svolta è offrirsi l’opportunità di un percorso psicologico più completo. Un ascolto professionale permette di scoprire le radici emotive, relazionali e spesso anche culturali che sostengono uno stato di ansia prolungato, predisponendo così a una guarigione più profonda e duratura.
Come ti accorgi che soffri di ansia?
Una domanda frequente è: “Come faccio a capire se la mia ansia è davvero un disturbo o se è solo una pressione momentanea?”. Per dare una risposta articolata, di solito esamino insieme alla persona la durata e l’intensità dei sintomi e quanto questi vadano a influenzare la vita di tutti i giorni. Se l’ansia condiziona stabilmente le attività quotidiane, genera un perenne senso di insicurezza e porta la persona a evitare situazioni normali (come incontrare amici, viaggiare, sostenere colloqui di lavoro o uscire di casa), allora è probabile che ci si trovi di fronte a un vero disturbo d’ansia.
Nella mia esperienza, l’ansia prolungata porta a un senso di vulnerabilità e di paura di perdere il controllo, come se l’equilibrio interno fosse continuamente a rischio. Alcune persone descrivono la sensazione di vivere in un “sottile stato di allerta” che esaurisce gradualmente le energie, minando la fiducia in se stessi. Quando ascolto nel dettaglio i vissuti di chi si sente così, trovo utile integrare un approccio di Analisi Transazionale con il protocollo EMDR per lavorare su ricordi o traumi pregressi che potrebbero alimentare la tensione emotiva. Il mio obiettivo, in questi casi, è aiutare la persona a riconnettersi alle proprie risorse interne, comprese quelle più latenti, e sviluppare strategie di coping più efficaci.
Per quale motivo viene l’ansia?
L’ansia non ha un’unica causa: il suo insorgere può dipendere da fattori psicologici, biologici, relazionali e ambientali. Da un lato, esistono predisposizioni genetiche o familiari: se in famiglia c’è una storia di disturbi d’ansia o depressivi, è possibile ereditare una vulnerabilità maggiore. Dall’altro, eventi traumatici o dolorosi vissuti nel passato, come lutti, abusi, separazioni o maltrattamenti emotivi, possono lasciare un segno indelebile, condizionando la capacità del soggetto di affrontare le sfide quotidiane. A volte l’ansia sorge anche in risposta a cambiamenti importanti, come il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, la nascita di un figlio, un trasferimento lavorativo o un esame universitario particolarmente impegnativo.
Non vanno trascurate le pressioni esterne che la società ci impone. Lo stile di vita moderno – segnato dalla frenesia, dall’incertezza economica, dalle aspettative elevate – favorisce l’emergere della tensione costante. Molti si percepiscono con l’“acqua alla gola”, incapaci di staccare la spina, trascinati da un senso di inadeguatezza e dall’idea di dover dimostrare costantemente qualcosa. Nel mio approccio terapeutico, non mi limito a esplorare le cause intrapsichiche dell’ansia, ma cerco di contestualizzare la problematica all’interno delle relazioni familiari e sociali. Se si ravvisa la presenza di criticità a livello genitoriale o di coppia, si possono svolgere incontri mirati di sostegno alla genitorialità o terapia di coppia, per migliorare la comunicazione e allentare i fattori di stress.
Che emozione è l’ansia?
L’ansia è una risposta emotiva che possiamo considerare come un “meccanismo di sopravvivenza” di fronte a un pericolo percepito. In situazioni di reale minaccia, avere una reazione di allerta è funzionale, perché prepara il corpo e la mente a reagire. Il problema sorge quando il campanello d’allarme suona in modo incontrollato, senza un pericolo immediato o concreto, pregiudicando la serenità della persona. In altre parole, l’ansia non è di per sé negativa, ma lo diventa se si attiva in assenza di rischi reali o in misura sproporzionata rispetto allo stimolo che la origina. In questo scenario, la persona si ritrova a gestire sensazioni di paura e di tensione anche in contesti che la maggior parte degli altri considererebbe comuni e non minacciosi.
Sul piano psicologico, l’ansia può essere letta come un’emozione correlata al timore del futuro. Chi ne soffre tende a focalizzarsi su ciò che potrebbe andare storto, sviluppando una serie di congetture negative rispetto al proprio destino. Si instaurano meccanismi di difesa (come il controllo ossessivo, l’evitamento o l’isolamento) che, a lungo andare, diventano controproducenti, perché limitano la libertà personale e mantengono la percezione di impotenza.
Come capire se si soffre di disturbi d’ansia?
Il confine tra un’ansia fisiologica e un disturbo d’ansia di tipo patologico è segnato dalla frequenza, dall’intensità e dall’effetto condizionante dei sintomi. Se ti rendi conto che la tua ansia ti impedisce di svolgere attività un tempo normali, come uscire, guidare l’auto, parlare in pubblico, lavorare o studiare, potresti trovarti in un terreno in cui la consulenza di un professionista risulta necessaria. Talvolta, l’ansia si accompagna ad altri disturbi come la depressione, producendo un duplice senso di sconforto e di paura costante. In questi casi, la psicoterapia rappresenta un valido supporto per compiere un lavoro di ristrutturazione cognitiva, emotiva e relazionale.
I disturbi d’ansia sono vari: dal disturbo d’ansia generalizzato al disturbo di panico, dalle fobie specifiche alla fobia sociale, fino al disturbo ossessivo-compulsivo e al disturbo post-traumatico da stress. Ognuno presenta caratteristiche proprie, ma uno schema comune è la tendenza a vivere in costante allerta, nella convinzione che dietro l’angolo ci sia qualcosa di negativo pronto ad accadere. Intervenire precocemente su tali meccanismi significa ridurre enormemente le possibilità che l’ansia diventi cronica e invalidante. Per questa ragione, incoraggio le persone a non sottovalutare i sintomi e a cercare un confronto professionale quando gli episodi di ansia si ripetono con regolarità.
Quanti tipi di ansia esistono?
Ogni essere umano sperimenta l’ansia in modo unico, ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità e i manuali diagnostici ufficiali (come il DSM-5) classificano diversi tipi di ansia. Il disturbo d’ansia generalizzato è caratterizzato da una preoccupazione eccessiva e incontrollabile, che abbraccia numerosi ambiti della vita, spesso non giustificati da reali pericoli. Il disturbo di panico si manifesta con attacchi acuti e intensi, in cui la persona prova un’improvvisa sensazione di terrore e sintomi fisici molto forti, come palpitazioni, tremori e sensazione di soffocamento.
Le fobie specifiche riguardano la paura irrazionale di oggetti o situazioni particolari, come volare, alcuni animali (ragni, cani, serpenti), prendere l’ascensore o stare in luoghi affollati. La fobia sociale, invece, implica il timore di essere giudicati negativamente dagli altri, portando la persona a ritirarsi dalle occasioni sociali. Vi sono poi forme di ansia che si collegano a eventi traumatici, come nel disturbo post-traumatico da stress, in cui ricordi o flashback dell’evento traumatico causano un livello d’ansia costantemente elevato. Nel mio lavoro di Terapeuta EMDR, mi occupo spesso di quest’ultimo aspetto, aiutando a elaborare ricordi dolorosi e a sciogliere il nodo emotivo che alimenta il circolo dell’ansia.
La cura psicologica dell’ansia come avviene?
La cura psicologica dell’ansia si basa su un insieme di tecniche e approcci personalizzati sulla storia, il carattere e le esigenze della persona. Nel mio metodo, integro l’Analisi Transazionale, che aiuta a mettere in luce i copioni di vita e i messaggi inconsci che condizionano il nostro modo di sentire, con la Terapia EMDR per elaborare eventuali traumi o esperienze infantili che possano aver gettato le basi di un disagio ansioso. Fondamentale è l’ascolto, senza giudizio, e la creazione di uno spazio sicuro, dove il paziente possa esplorare le sue paure e dubbi. In parallelo, si lavora sull’apprendimento di strategie pratiche di gestione dell’ansia, come tecniche di rilassamento, training di respirazione consapevole e ristrutturazione dei pensieri disfunzionali.
Grazie a un percorso di psicoterapia individuale, si possono raggiungere traguardi importanti: riconoscere i primi segnali dell’ansia, imparare a gestire le situazioni che la scatenano, acquisire strumenti per fronteggiare lo stress e migliorare la gestione delle emozioni. Al termine del percorso, chi ha sofferto d’ansia spesso descrive un ritrovato senso di libertà e la capacità di affrontare la vita con maggiore serenità, senza lasciarsi limitare da timori sproporzionati. Il cammino, ovviamente, varia da persona a persona: talvolta servono poche sedute per acquisire maggior sicurezza, altre volte si sceglie un percorso più approfondito, specie se alla base dell’ansia ci sono conflitti relazionali o traumi infantili profondi.
Psicoterapeuta per ansia
Con questo articolo ho voluto offrire una visione organica dell’ansia e dei suoi sintomi, spiegando che cosa si può fare per fronteggiarla e quando è necessario un percorso di sostegno psicologico. Ci tengo a sottolineare quanto sia importante non minimizzare i campanelli d’allarme, specialmente quando la condizione ansiosa si prolunga nel tempo e interferisce con il benessere o la soddisfazione personale. Lavorare su di sé, esplorando le radici più profonde e dotandosi di strategie efficaci, permette di spezzare il circolo vizioso e di vivere con più leggerezza. Contattarmi rappresenta il primo passo per richiedere un aiuto concreto e personalizzato. Ricevo nel mio studio in via Antonio Gramsci 34 Cinquale, a pochi passi da Forte dei Marmi, e sono disponibile anche per una consulenza iniziale, in cui potremo valutare insieme la situazione e programmare un eventuale percorso di psicoterapia o di EMDR per affrontare e superare l’ansia in modo duraturo.
Se senti di aver bisogno di un sostegno professionale, non esitare a chiamarmi al +39 347 11 41 310 o a inviarmi un messaggio dal mio sito web. Sarò felice di offrire un ascolto empatico e un aiuto concreto.