Oggi vorrei parlarvi dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione che vengono cosi suddivisi nel DSM-5:
Tutte queste condotte (evitmento del cibo, grande restrizione, eccessiva assunzione con o senza condotte di compensazione ) sono condotte non funzionali per la persona e “sono campanelli di allarme “ per problematiche più profonde .
Le dimensioni trasversali a questo genere di problemi risultano essere : una bassa autostima , una immagine negativa di se, il bisogno di controllo, il perfezionismo etc.
In passato, le terapie per DCA si focalizzavano sul sintomo e come obiettivo principale avevano quello di “risolvere il sintomo “; per esempio stimolare la persona che non vuole mangiare a mangiare !! invitare la persona che effettua delle abbuffate a non farle !! Già da molti anni, la letteratura ci mostra come sia fondamentale “comprendere “la natura del sintomo . E aiutare la persona a ristabilire “un equilibrio psicofisico a piccoli passi”. Dalla ricerca si evince, come alla base di questo genere di problematiche, siano presenti dei “traumi relazionali “ traumi risalenti ai primi anni di vita che creano delle “ferite dell’anima” che predispongono alle condotte successive .
Quando le difficoltà con il cibo diventano qualcosa difficile da “gestire “ , quando si verifica un cambio nelle abitudine di vita, quando le sensazioni di bassa autostima, di valutare se stessi in modo estremamente negativo, quando la sofferenza è grande , quando si ha la sensazione di aver perso il controllo; In quel caso è importante rivolgersi ad un terapeuta .
Possiamo leggere il sintomo come un chiaro “messaggio per il Se” e a partire da quello , esplorare le “ferite “ che generano ancora molta sofferenza per un ripristino del benessere Psico- fisico .