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COSA FARE CON I CAPRICCI DEI BAMBINI?

Le cause di Stress nei bambini.

Le cause di stress nei bambini sono molte! I bambini sono soggetti a molte sofferenze emotive di diverso tipo. Molta della tensione che caratterizza il periodo da 1 anno a 8 anni è un risvolto inevitabile legato alla crescita. Questi bimbi sviluppano competenze sempre più raffinate per rendere manifesti i loro desideri e le loro esigenze tramite il linguaggio, essi vivono ancora numerose frustrazioni legate allo sviluppo e derivanti da mancanza di competenza e abilità. Mano mano che stanno con i coetanei sperimentano frustrazioni e contrasti, poiché sono molto egocentrici e faticano a capire il punto di vista altrui.

A questa età compare anche la paura della morte; sentire parlar di violenza può essere fonte di stress nei bambini; anche assistere alla violenza tra le pareti domestiche può generare paura, persino quando il bambino non è l’obiettivo principale. La separazione da coloro che se ne prendono cura può esser moto dolorosa per un bambino piccolo. Tutte le forme di punizione creano tensione nel bambino, provoca sofferenza emotiva che spesso sfocia in risentimento e rabbia. I bambini sperimentano tensione anche quando la loro vita è caratterizzata dalla fretta o è troppo fitta di impegni. La sindrome del “bambino frettoloso “ è un prodotto dei tempi moderni. Gli adulti spesso sballottano i bambini da una attività all'altra.

I bambini moderni vivono nella “corsia di sorpasso”, non deve stupire siano stressati. Molti bimbi vivono un situazione domestica instabile a causa del divorzio dei genitori, seguito spesso da un nuovo matrimonio . I bimbi devono gestire sentimenti di rabbia, risentimento, dolore e colpa in un momento in cui nessun altro in famiglia presta loro molta attenzione.

Molti bambini devono adattarsi ad una matrigna o ad un patrigno e spesso anche a fratellastri o sorellastre. Un trasloco o trasferimento in altra casa possono essere ulteriori fonti di stress. Bimbi che non hanno risolto i propri traumi in periodi precedenti portano con Sè un notevole “fardello emotivo” (accumulo di sofferenza emotiva). Per es. bimbo di 6 anni , la cui madre sia stata ricoverata in ospedale quando lui aveva 8 mesi può essere tormentato dall’ansia di perdere la madre.

Ciò può far si che non voglia staccarsi dalla madre, o pianga ogni volta che lei si prepari ad andare via. Quindi anche se in un determinato periodo l’esistenza del bambino può essere priva di stress, è importante tener conto delle tensioni non risolte derivanti da eventi passati. I genitori che adottano bimbi maltrattati o abbandonati devono essere consapevoli degli effetti del passato sui sentimenti e sul comportamento di quei bambini. Per illustrare le fonti di stress facciamo l’esempio di una bimba di 4 anni: un bimbo le ha buttato giù la torre che aveva fatto; poi pur avendo fame, deve aspettare la ricreazione per mangiare; può accadere che cada dall’altalena e si sbucci il ginocchio , per finire la madre viene a prenderla in ritardo dalla scuola materna (magari scatenando nella bambina la memoria di una separazione traumatica vissuta  durante la prima infanzia ). Quando la madre arriva la piccola ha accumulato una notevole quantità di stress!! 

 

Cosa fare quando i bimbi piangono?

Il pianto aiuta le persone, di ogni età, a liberarsi dallo stress. Con i neonati non è sempre chiaro quando il pianto funge da meccanismo liberatorio, in quanto essi si servono del pianto anche per comunicare i bisogni immediati. Man mano che crescono e cominciano ad esprimere quello che desiderano a parole, il pianto come funzione comunicativa viene sostituto dal linguaggio. Rimane il pianto nella sua funzione di liberazione dello stress! Una volta che il linguaggio c’è, il pianto deve essere ascritto alla funzione liberatoria più che a quella comunicativa.

È ovvio che se il bambino è turbato per qualche evento contingente il primo passo è fare di tutto per eliminare la causa del disagio. Posto che si sia fatto tutto il possibile per eliminare la causa dello stress, il passo successivo per affrontare una crisi di pianto determinata da un motivo qualsiasi consiste nel dare ascolto al bambino e accettare che pianga. i bimbi hanno bisogno che qualcuno  gli stia vicino, che li ascolti e che accetti i loro sentimenti. È necessario per loro sapere di essere amati, a prescindere da come si sentono.

I bimbi hanno bisogno di esprimere la loro sofferenza senza essere rifiutati o distratti e di sapere che qualcuno li capisce e li sostiene. Bisogna constatare le emozioni del bambino limitandosi a nominare (senza analizzare o giudicare) quello che si pensa egli avverta. Se non si conosce il motivo del pianto basta solo dire :” sei molto triste. Credo che tu abbia bisogno di piangere”. Qualche volta il bambino ha solo bisogno di un testimone amorevole e silenzioso del suo disagio emotivo. 

 

Il biscotto rotto: come i bambini allontanano lo stress

Il bisogno di piangere cresce gradualmente fino a che la necessità di liberarsi è cosi forte che il bambino non riesce più a trattenersi ; a quel punto qualsiasi cosa potrebbe scatenare lacrime. È per questo motivo che a volte la ragione per cui un bambino piange può non risultare immediatamente evidente  e l’attacco di pianto apparire del tutto ingiustificato dalla situazione.

Esempio: date al vostro bimbo l’ultimo biscotto  nella scatola ed è rotto! Vostro figlio inizia a lamentarsi che è rotto. Gli spiegate che è l’ultimo biscotto rimasto; a quel punto il bambino è nel mezzo del capriccio e piange ed urla perché il biscotto si è rotto. È evidente che non c’è nulla di drammatico nel biscotto rotto! La ragione per cui i bambini piangono per tali faccende di poco conto è che hanno accumulato tensione. Essi si servono di pretesti minimi per allontanare lo stress. Se lasciate che vostro figlio pianga e sfoghi la propria rabbia su tali questioni di importanza minore, egli verrà fuori dalla crisi di pianto o dal capriccio piuttosto sereno e rilassato. 

 

Manipolazione o bisogni? Come affrontare i capricci dei bambini?

A volte sembra che i bambini cerchino di manipolare i genitori con i loro attacchi e i loro capricci . Ho incontrato genitori convinti che questo sia quello che i figli vogliono fare. E i genitori si sentono che devono tentare qualcosa: o cedere al bambino e dargli quello che vuole , oppure indurre il bambino ad abbandonare il comportamento inaccettabile di servirsi del pianto  e della rabbia per ottenere quello che vuole.  Abituarsi ad una prospettiva diversa può dare loro una nuova opzione! Comprendere che il pianto stesso è un bisogno genuino, questo comportamento non appare più come manipolazione . Non è necessario cedere al bambino dandogli quello che vuole quando si tratta di un semplice capriccio e non di una esigenza vera. L’adulto può accettare la crisi  come una legittima esternazione dei sentimenti accumulati.

La vita di genitori di bambini “rabbiosi e capricciosi “ diventa più facile quando si comprende che non esiste alcun problema attuale, e non bisogna fare altro che stare con i propri figli. Alcuni cedono ai loro capricci per paura di dare frustrazione, scambiandoli per bisogni genuini. Per es. biscotto rotto si potrebbe portare il bimbo ad acquistare altri biscotti: in genere il risultato di uno stile cosi indulgente è i bambini diventano sempre più esigenti e difficili da trattare. Ciò non avviene perché hanno avuto troppo ma perché non hanno mai l’opportunità di liberarsi dei sentimenti accumulati servendosi del pianto e della rabbia.

Quando gli adulti cedono al bimbo che ha fatto capricci, al bambino è impedito di piangere e di eliminare la tensione. Ben presto troverà un altro motivo per fare capricci ed avanzare richieste, finché non potrà piangere a sufficienza. I genitori in generale dovrebbero sempre tentare di soddisfare i bisogni dei bambini.

Solo quando le richieste diventano  irragionevoli che si deve prendere in considerazione la possibilità del bisogno di scaricare il sovraccarico emotivo. Spesso i bimbi tentano in maniera ripetitiva di mettere alla prova gli adulti; spesso lo fanno perché hanno bisogno di pretesti per piangere , arrabbiarsi e scaricarsi.

La dott.ssa Federica Santucci, effettua nel suo studio a Forte dei Marmi, terapia per la gestione delle emozioni ai minori adolescenti, e consulenze genitoriali.

Pubblicato in Pillole di psicologia